Coop, un caldo pomeriggio di maggio. Sono quasi venti giorni che non è più obbligatorio indossare la mascherina nei supermercati ma, ciò nonostante, all'interno dei locali saremo forse un venti per cento a essere a volto scoperto (e dico forse perché ho la tendenza a contare per due ogni uomo e ogni donna che sono senza).
Mentre giro tra gli scaffali, mi sento chiamare da una signora dal becco di pulcinella di mare.
«Oh, maestro Luca, quanto tempo che non la vedo. Come sta?».
Sebbene la voce sia un po' distorta dal filtro effeffepidue, mi sembra di averla già sentita. Infatti.
«Sono la mamma di P. e D. che sono stati suoi alunni, si ricorda? Ho saputo che si è trasferito, non è più alla scuola di S.»
«Ah, sì, signora. Ricordo bene i suoi figli. Erano davvero bravi ragazzi, me li saluti. Sì, ho cambiato scuola. Adesso insegno ai grandi».
«Ah, peccato. I bambini, non solo i miei figli, avevano grande considerazione di lei, tanto che, quando c'era lei, erano sempre contenti di essere a scuola».
<Grazie, mi fa piacere. Mi creda: è dispiaciuto anche a me lasciare la scuola dov'ero. Ma vede, dopo lo scorso anno scolastico, il trasferimento era diventato una cosa necessaria: mi è impossibile continuare a insegnare a bambini e ragazzi a cui s'impongono delle regole assurde, insensate, contro ogni logica anche e persino sanitaria. Siamo rimasti l'unico paese al mondo in cui c'è un governo autoritario che impone di coprire naso e bocca ai propri studenti e io non voglio essere complice di questo abominio».
«Ho capito. Arrivederci».
E se ne va, senza aggiungere altro, sistemandosi, dietro le orecchie, gli elastici del proprio becco posticcio che nasconderà, sicuramente, una smorfia di disprezzo.
Io rivolgo lo sguardo agli scaffali e penso ai suoi figli, adesso grandi ma non maggiorenni, ai quali tutte le mattine ella si raccomanderà, anche con questi caldi, di tenere la mascherina sempre su, su, su...
P.S.
Per chi volesse farsi un'idea della condizioni tragiche in cui versa la scuola italiana, consiglio di ascoltare questo discorso di Elisabetta Frezza.
4 commenti:
ciao Luca prima o poi qualcuno te lo chiederà allora te lo chiedo io prima dell'escalation bellica elettorale: cosa andrai a votare? andrai a votare?
ho votato due volte Prodi "per salvarci dalle destre", i verdi, poi a sinistra di tutto, SEL, sempre più a sinistra fino alla sinistra di Paolo Villaggio e numeri infinitesimali.
Destra e centrodestra ovviamente neanche a pensarci lontanamente, ributtante, impresentabile forse solo Malvino ha ammesso di aver votato Berlusconi nel '94 cosa per me incomprensibile: il celebre discorso di discesa in campo del 'Paese che io amo' era veramente ributtante anche allora. Dai contenuti commerciali violentissimi, di moderato non aveva nulla.
non professo alcuna religione, a parte qualche invettiva al potente e rappresentante pubblico traditore, ex centrosinistra privatista, ma a parte il turpiloquio niente: completo agnosticismo
e ovviamente tessera elettorale volata via dalla finestra durante la pandemia, basta, faccio ormai parte del limbo dell'astensione, un partito credo ormai al 40-50%, il doppio di qualsiasi partito di venditori di pentole
In compenso ho contribuito "a salvarci dalle destre"! mica poco, scoprendo solo dopo, ingenuamente, che il democristiano Prodi era al centro di una delle più grandi privatizzazioni e trasferimenti di ricchezza dalla popolazione a pochi oligarchi, tra cui uno proprietario di giornali poi venduti a Elkann
anche alla prossima tornata sarà uguale, "andate a votare per salvare il paese dalle destre" ormai la macchina infernale è sempre la stessa mentre un altro milione di italiani scivola nel silenzio in povertà assoluta, da cui non ci si rialza mai più
MB
Se mi si concede le attenuanti di aver votato alle comunali (pentendomi), il mio ultimo voto alle politiche è del 2013, anno in cui sciaguratamente votai il pd di Bersani con tutto ciò che ne conseguì.
È vero: più o meno mi sono fatto infinocchiare dall'antiberlusconismo e, per i tuoi stessi motivi, ho votato più volte il marasma che si diceva alla sua sinistra.
Sicché, nella speranza comunque che nel 2023 ci siano elezioni politiche, non credo andrò a votare o forse sì, per annullare il voto, spiegando in quell'occasione i motivi, anche estesamente, in modo che la mia parte di sovranità manifesti in quell' ex sacro luogo le ragioni per cui è stato profanato.
@MB
Secondo me si fingerà morto. Il certificato elettorale è una orribile schedatura di massa, contraria alle libertà costituzionali. Se è possibile, peggio del green-pass. Quindi votare è rendersi complice di questo abominio. D'altra parte non votare è vano, perchè l'elenco degli astenuti giace negli archivi, a imperituro ricordo degli eroi che hanno osato sfidare la schedatura di regime. Votare scheda bianca o invalidare la scheda è altrettanto vano perchè si finisce comunque fra i votanti e quindi fra quelli che hanno accettato la violenza di un governo criminale. Non resta che presentare un certificato di morte presunta: dovrebbe bastare una dichiarazione in cui si afferma di non essersi mai visti, neanche guardati allo specchio, per quarant'anni. Un comportamento peraltro utile a evitare penose disillusioni.
G.P.F.
X essere utile questo vostro comportamento altri 58 milioni di italiani dovrebbero fare altrettanto , naturalmente a questi 58 milioni dobbiamo togliere i politici di carriera e anche qualche simpatizzante, il resto, se la pensa come voi, può fare la differenza, e di fronte a tale miracolo, perché ci vuole solo un miracolo, forse chi ha la capacità di capire possa farci vivere in questo paese da persone civili.
Posta un commento