« Le nuove guerre incominciano là dov'erano finite le precedenti. Anche se il punto di transizione non è perfettamente visibile, la transizione storica non solo è visibile ma si impone come risultato dei rapporti capitalistici. La sovrapproduzione di capitale, che è sempre sovrapproduzione di merci, trova nuovi sbocchi soltanto sovradimensionando il mercato. È inevitabile assistere alla risposta automatica, immediata, dell'intero ciclo di produzione, il quale comprende la guerra ».
dal Supplemento al n. 50 della rivista N+1
Per alcuni amici, chiedo: quanto incide sul pil nostrano la produzione di armi? Tale settore produttivo, che in questo periodo sta indubbiamente vivendo un momento di “vendemmia”, ha assunto un po' di disoccupati in cerca di lavoro? Se sì, con quale tipo di contratto? Indeterminato, determinato o a chiamata? Inoltre, l'organizzazione del lavoro nelle fabbriche di armi prevede quale turnazione? Quante ore al giorno fanno gli impiegati e gli operai e per quanti giorni a settimana? Gli straordinari sono graditi? Esistono i rappresentanti sindacali del settore? I lavoratori sono inquadrati come metalmeccanici? C'è uno spaccio aziendale, una mensa con le razioni K.? Avendo, la merce prodotta, delle caratteristiche particolari, occorre che la fabbrica sia sorvegliata da agenti della sicurezza che operano 24 ore su 24? Se sì, costoro hanno lavorato anche ieri, domenica primo maggio?
1 commento:
i nuclei "industriali" dei carabinieri s'interessano di tutte le fabbriche "sensibili", in primis quelle che hanno a che fare con la "difesa", anche se non producono armi.
Posta un commento