Ma ci provo a giustificare, a tentare di chiarire. «Il mio vecchio editore» sennò si potrebbe preoccupare (arrabbiare no, in fondo, mica mi paga). Il problema è che occorrono molteplici premesse. Ma perché dovrei premettere e non andare subito al sodo? Vado al sodo, che poi tanto ‘sodo’ non è - come potrebbero obiettare qualcuno. Sto studiando, tentando passi verso la conoscenza (e magari potessi anche nella moralità). Da un anno e qualche mese (quattordici mesi, se non sbaglio) sto studiando la Scienza dello Spirito offerta all'umanità moderna da Rudolf Steiner. E qui dovrei cominciare a spiegare (giustificare no, e di che, poi), ma ancora balbetto. Sicché mi taccio. Mi taccio perché ho dovuto mettere in discussione gran parte di quello che pensavo, in particolare l'uso del pensare. Ecco, quando mi sentirò allenato abbastanza, proverò su queste pagine a fare un esercizio di pensiero, come li chiama Pietro Archiati nei suoi impareggiabili seminari su La filosofia della libertà.
« Alla mia frase: “Noi dobbiamo pensare, prima di poter osservare il pensare stesso”, qualcuno potrebbe con uguale giustificazione contrapporne un'altra: “Anche per il digerire non possiamo attendere di aver osservato il processo del digerire”. Sarebbe un'obiezione simile a quella che faceva Pascal a Cartesio, affermando che si potrebbe anche dire: “Io vado a spasso, dunque sono”. Certamente devo anche digerire bene prima di studiare i processi fisiologici della digestione; sarebbe però possibile fare questo paragone con l'osservazione del pensare, se io non studiassi poi la digestione col pensiero, ma la volessi mangiare e digerire. Non è poi senza ragione il fatto che il digerire non può diventare oggetto del digerire, mentre il pensare può essere oggetto del pensare».
Rudolf Steiner, La filosofia della libertà, 1894, traduzione di Iberto Bavastro, Milano 2020.
1 commento:
L'osservazione della realtà è la base di ogni ben-essere.
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