«Se consideriamo il processo di produzione dal punto di vista del processo lavorativo, l'operaio non trattava i mezzi di produzione come capitale, ma come semplice mezzo e materiale della sua attività produttiva adeguata allo scopo. In una conceria, per esempio, egli tratta le pelli semplicemente come suo oggetto di lavoro. Non è la pelle del capitalista che egli concia. Le cose stanno diversamente non appena consideriamo il processo di produzione dal punto di vista del processo di valorizzazione. I mezzi di produzione si trasformano subito in mezzi di assorbimento del lavoro altrui. Non è più l'operaio che adopera i mezzi di produzione, ma sono i mezzi di produzione che adoperano l'operaio. Invece di venire da lui consumati come elementi materiali della sua attività produttiva, essi consumano lui come fermento del loro processo vitale; e il processo vitale del capitale consiste solo nel suo movimento di valore che valorizza se stesso».
Karl Marx, Il Capitale, Libro 1, capitalo 9.
Dato l'alto grado di sviluppo e l'elevata composizione tecnica, il capitale ha sempre meno bisogno del fermento probiotico dei lavoratori. Ovverosia: per mettere in moto tutta la massa del capitale costante, c'è sempre meno bisogno di capitale variabile, cioè di forza lavoro umana. E da ciò conseguono alcuni effetti verso i quali i signori della politica non provano alcun interesse, similmente ai signori del Castello nei confronti dell'agrimensura.
Quanta poca considerazione dell'agrimensura hanno al Castello... Mosso dalla suggestione della rilettura del libro Kafka, azzardo: il Capitale è il Castello inaccessibile, inviolabile, intangibile. Lo sfinimento a cui conduce la lotta contro di esso (per ottenere riconoscimento da esso) è inevitabile, come la stanchezza finale di K.
Coraggio e perseveranza, lo scontro quasi violento pure, non bastano. Tanti Klamm guidano il mondo, tanti camaleonti ai quali è impossibile dare la caccia, afferrarli, poterci solo parlare e discutere. E questa impossibilità è dovuta al fatto che non è consentita alcuna discussione con un meccanismo, con un soggetto automatico, con un HAL 9000. Occorre il coraggio del cacciavite, ecco tutto.
Quanta poca considerazione dell'agrimensura hanno al Castello... Mosso dalla suggestione della rilettura del libro Kafka, azzardo: il Capitale è il Castello inaccessibile, inviolabile, intangibile. Lo sfinimento a cui conduce la lotta contro di esso (per ottenere riconoscimento da esso) è inevitabile, come la stanchezza finale di K.
Coraggio e perseveranza, lo scontro quasi violento pure, non bastano. Tanti Klamm guidano il mondo, tanti camaleonti ai quali è impossibile dare la caccia, afferrarli, poterci solo parlare e discutere. E questa impossibilità è dovuta al fatto che non è consentita alcuna discussione con un meccanismo, con un soggetto automatico, con un HAL 9000. Occorre il coraggio del cacciavite, ecco tutto.
1 commento:
falce e cacciavite :)
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