Per il tramite di un'amica ostetrica (ho un'amica ostetrica), apprendo che, in Toscana, le preghiere in corsia costano 240 mila euro all'anno, che saranno corrisposti a undici assistenti religiosi cattolici assunti in pianta stabile. Dopo averle chiesto se, per caso, l'Azienda sanitaria pagasse anche «du' madonne semplici» - m'ha risposto di no, giacché aveva già provato a chiedere - lei mi ha fatto notare come gli assistenti religiosi saranno messi sotto contratto con un inquadramento (il Ds) che un infermiere (inquadrato con la categoria D) dovrà passare molti anni di lavoro in corsia, nonché seguire svariati corsi di aggiornamento, per ottenerlo.
Certo che fare l'assistente religioso in corsia non dev'essere proprio malaccio come mestiere: vero è che non è per tutti i religiosi, in quanto - per gli effetti del Concordato - devi essere un cattolico certificato per farlo. A tal proposito, pongo un problema (che forse non ha ragione di porsi, per gli obblighi costituzionali in merito, penso all'art. 59): se il Concordato è un accordo tra Stato e Chiesa cattolica, perché non si concede alle Regioni sufficiente autonomia per non sottostare a tale accordo, ovvero per estenderlo ad altro tipo di assistenza religiosa (pastafarianesimo compreso) o psicologica?
1 commento:
grazie del pensiero, ma il pastafariano s'assiste da sé.
(ramen)
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