Ho tra le mani
domani
lo guardo lo curo
lo cullo sicuro
pensando che adesso
sia solo un spesso
paio di mutande di piombo
che mi gettano a piombo
sul fondo più fondo.
*
Può la poesia guarire qualcosa?
Non credo. È già tanto che non risulti noiosa,
che a leggerla insomma si abbia
più percezione di gioia, che di rabbia
Ma la rabbia di oggi non consente
di stare leggeri a parlare di niente:
il tarlo non rode solo il pensiero
ma il resto del corpo («ti giuro che sclero!»).
*
Primavera, finalmente.
Primavera, formalmente.
Disinfettatemi stocazzo di mente
che vorrebbe viaggiare lontana
con due gocce di valeriana
ma certo non basta una tisana:
lo Stato ci passi LSD adesso
così usciremo di casa lo stesso
comodamente seduti sul cesso.
*
E allora farò come Kavafis
se non posso la vita che desidero
cercherò di star calmo qui
nel mio privato chilometro zero
a fare spesa di me
e mettermi in dispensa
nel caso poi di me avessi bisogno
e farmi lesso o al forno
o restassi senza carta igienica.
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Qui il testo
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