Camminare con il sole e il vento in faccia,
lungo i metri che la legge concede,
ad occhi chiusi per far sì che la luce
soffusa sotto le palpebre
conceda una vista che oltrepassi
l'ostinato presente.
E stare come dei nudi rami
in attesa che le foglie nascondano
e proteggano l'essere
e nutrano la nostra fame di quiete.
Se fosse questa una missione
ci saremmo almeno preparati
come astronauti in attesa del lancio
su una rampa del Kazakistan.
Tenere gli occhi chiusi ancora un poco
per vedere Terra come ne fossimo usciti
e provare nel confine delle propria solitudine
a cantare una canzone in attesa
di essere liberi una volta ancora.
2 commenti:
Caro Lucas, arriverà presto il giorno in cui vedremo la luce e ci tufferemo in essa con tutto il nostro essere.
Bellissima la canzone ricca di atmosfere come le tue parole.
Grazie Marisa
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