Stormo di rondini di passaggio, che avete deciso una sosta sospesa sopra il mio cielo, mangiando plancton volatile che si credeva libero dalle predazioni delle sorelle vostre che vi hanno preceduto e che, da alcune settimane, hanno lasciato i nidi delle tettoie dei paraggi, grazie di essere passate di qua e, se non vi incomoda, restate pure qualche giorno prima di riprendere il viaggio verso la probabile meta africana dove svernerete. Fateci compagnia coi vostri saliscendi bianchi e neri che sfiorano i fili della luce e gli aghi dei pini assetati, coi garriti coi quali raccontate le regole del volo, liberandoci sicuramente da qualche zanzara o moscerino che si aggiungono al fastidio di questa afa insolita, di questo vento del Sahara occidentale, di questa sensazione di impotenza di fronte ai protocolli decisi in una stanza da teste che magari fossero di cazzo, almeno avrebbero in mente qualche volta di godere, non solo pisciare norme costringenti, aggiungere paure inutili, dare fiato a uomini e donne che si credono politici in grado di gestire nazioni e intanto vanno in giro a fare della storia una parentesi sospesa tra la rassegnazione e la voglia di rovesciare il tavolo.
- Con le ruote? - ridono le rondini e ci lasciano quaggiù.
3 commenti:
buono, bello, ben scritto e pensato
grazie Minimo, è un piacere.
Concordo sull’argomento rondini , ma non condivido l’essere contrari alle regole per difenderci dalla pandemia. Tutti ve ne fregate altamente perché siete giovani, se avreste la mia età o il padre in pericolo, il ragionamento sarebbe diverso. Ma nemmeno di tanti nonni, quelli sopravvissuti, se ne curano molto, visto gli assembramenti che stanno facendo ritornare i numeri dei contagiati come agli inizi. C’è chi si lamenta per l’economia bloccata, ma economia o no, sono vivi. Se si dovesse scegliere o la povertà o la morte, quanti oserebbero rispondere la “morte?” , secondo me nessuno. Finché c’è vita c’è speranza.
Posta un commento