« Il sistema del credito pubblico, cioè dei debiti dello Stato, le cui origini si possono scoprire fin dal Medioevo a Genova e a Venezia, s’impossessò di tutta l’Europa durante il periodo della manifattura, e il sistema coloniale col suo commercio marittimo e le sue guerre commerciali gli servì da serra. Così prese piede anzitutto in Olanda. Il debito pubblico, ossia l’alienazione dello Stato — dispotico, costituzionale o repubblicano che sia — imprime il suo marchio all’era capitalistica. L’unica parte della cosiddetta ricchezza nazionale che passi effettivamente in possesso collettivo dei popoli moderni è il loro debito pubblico. Di qui, con piena coerenza, viene la dottrina moderna che un popolo diventa tanto più ricco quanto più a fondo s’indebita. Il credito pubblico diventa il credo del capitale. E col sorgere dell’indebitamento dello Stato, al peccato contro lo spirito santo, che è quello che non trova perdono, subentra il mancar di fede al debito pubblico.
Il debito pubblico diventa una delle leve più energiche dell’accumulazione originaria: come con un colpo di bacchetta magica, esso conferisce al denaro, che è improduttivo, la facoltà di procreare, e così lo trasforma in capitale, senza che il denaro abbia bisogno di assoggettarsi alla fatica e al rischio inseparabili dall’investimento industriale e anche da quello usurario. In realtà i creditori dello Stato non danno niente, poiché la somma prestata viene trasformata in obbligazioni facilmente trasferibili, che in loro mano continuano a funzionare proprio come se fossero tanto denaro in contanti. Ma anche fatta astrazione dalla classe di gente oziosa, vivente di rendita, che viene cosi creata, e dalla ricchezza improvvisata dei finanzieri che fanno da intermediari fra governo e nazione, e fatta astrazione anche da quella degli appaltatori delle imposte, dei commercianti, dei fabbricanti privati, ai quali una buona parte di ogni prestito dello Stato fa il servizio di un capitale piovuto dal cielo, il debito pubblico ha fatto nascere le società per azioni, il commercio di effetti negoziabili di ogni specie, l’aggiotaggio: in una parola, ha fatto nascere il giuoco di Borsa e la bancocrazia moderna. ».
Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sez. VII, Cap. 24, 6. Genesi del capitalista industriale.
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Chi sono oggi i principali creditori dello Stato, i quali non danno niente per niente allo Stato? Non io, non voi. Chi? Ricordate il metodo investigativo di Giovanni Falcone? Segui il denaro, non gli uomini ma non per trovare necessariamente Cosa Nostra, ma Cosa Loro, sì. Posso avanzare il sospetto infondato che, oggigiorno, tra i maggiori acquirenti di debito pubblico ci sia un sistema di finanziarie che fa capo a delle grandi multinazionali del Cacao Meravigliao!
2 commenti:
oggi le cose sono un po' più complesse, ma non v'è dubbio che l'ammontare delle obbligazioni del debito pubblico internazionale si contendono il mercato finanziario. senza debito pubblico, senza denaro facile, il sistema crollerebbe in mezza giornata. anche meno di mezza.
senza dire che è col debito pubblico che lo Stato assolve ai suoi obblighi, anche verso di me e di te, ovviamente. è il cardine su cui regge la società.
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