Ho trovato una poesia in un cassetto,
incastrata tra un metro da sarto arrotolato,
tre viti avanzate di un vecchio mobile ikea,
uno scontrino di carta conservato
come garanzia dell'aspirapolvere,
una spillatrice Zenith ereditata da mio padre,
due elastici, quattro bottoni e un calzascarpe
di metallo che quando lo cerco non lo trovo mai.
Questa poesia ritrovata, scritta con una biro
su una pagina a quadretti strappata da un blocco
a spirale, parla di una ragazza che mi aveva illuso
riguardo certe questioni d'amore, facendomi credere,
per esempio, che lei era così tanto innamorata
che non mi avrebbe mai lasciato: ma la poesia,
fu capace di non crederci, forse anche per questo
si era appallottolata, incastrata in fondo al cassetto.
Una poesia che si era vergognata di essere
stata scritta in impeto d'amore, stregata dalla
suggestione che i sentimenti potessero sconfiggere
il trascorrere del tempo. Una poesia impotente,
come un'eiaculazione precoce che impedisce
lo svolgersi d'amore al troppo innamorato,
a colui che accampa pretese sui corpi altrui
e commette, nel profondo, i veri atti impuri.
«Dietro a un vetro, come dietro una maschera,
gli esseri umani non possono innamorarsi».
Così si conclude la poesia che avrebbe desiderato
restare nascosta, data per persa, non scritta,
non provata sulla pelle che ora cerca, nella brezza
del mattino, la finzione di un brivido nell'osservare
la giovane campeggiatrice in canottiera che si stira
sbadiglia e abbozza un mezzo sorriso al mio passaggio.
5 commenti:
Una poesia e una storia direi, bella, ma come la maggioranza di ciò che scrivi, tolto argomenti politici e di cultura varia, quando parli di questioni inventate o vissute, forse perché remote, sono tristi, evidenziano o un depressione involontariamente nascosta o un vissuto sofferto, come i grandi poeti. Non voglio dire che ciò preso. Cioè che sia così, ma è ciò che recepisco. Scusa la diagnosi, sicuramente sbagliata, ma mi è venuta spontanea.
Fiona
grazie Fiona, apprezzo molto la tua spontaneità.
Consentimi solo di aggiungere due cose.
1) Peanuts mi piace molto, e moltissimo le scenette in cui Lucy, in un gazebo improvvisato, scrive: "The Doctor is in".
2) Come scrive un eteronimo di Pessoa: "Il poeta è un fingitore", ma «da qualche parte la finzione dovrà pur estrarla», aggiunge Lucas, un poeta minore.
Cari saluti
Le poesie nascoste sono come i calzanti ficcati chissà dove. Quando servono non li trovi. Poi escono fuori, ma è irreparabilmente tardi.
Bella.
grazie Luigi
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