Faceva freddo; pioveva e io piangevo; il sale delle lacrime impediva che le gocce d'acqua brinassero sui baffi: una fortuna, così non avevo bisogno di rubarne qualche chicco dai sacchi messi ai lati della strada dai cantonieri comunali. Non volevo avere niente in comune, e infatti non ho niente, a parte una casa, segnata al catasto. Alla riforma della puttana della tua sorella. Si è rifatta le tette e io pure. Anche i labbri (maschili) mi sono rifatto, diversi dalle labbra nuove di Dietlinde. Non mi occorrevano scialuppe di salvataggio, anche perché io in crociera, vero... piuttosto in croce. E passava il tempo e faceva sempre freddo. Io continuavo a piangere lacrime senza sale; avevo finiti i sali minerali, e mi scocciava passare in farmacia. E cosa avrei potuto scrivere al Governatore della Libia? Lo sai, che quell'idiota di (scegliere un generale a caso) farà una brutta fine. Che bella lettera sarebbe stata, l'avessi scritta, la potessi scrivere anche domani, a chi voglio bene, bene assai.
Nessun commento:
Posta un commento