Due giorni di raffreddore forte, forte, senza febbre, insistente, colante a tratti, a fiotti, il domandarsi donde si trovi la sorgente del muco, il frizzare delle narici continuo e discontinuo, il credere troppo alla tregua dopo una soffiata, il trattenersi dal soffiare, lo starnutire, l'imprecare a capo e dodici, il consumare copioso dei fazzoletti di carta, il lavarsi frequente delle mani, l'incartavetrarsi delle stesse, l'irrigarsi le narici di acqua e sale, il fare suffumigi, il chiudere gli occhi, l'assopirsi...
E finalmente, dopo due giorni e due notti - e due tamponi salivari a due euro, di quelli ai quali il nostro ministero rifiuta di riconoscere validità (sono omologati ovunque nel mondo) - al mattino la tregua diventa una quasi pace per il naso che ha ritrovato il posto di sempre, invisibile tra gli occhi che guardano tutto fuori che lui.
Che fortuna che i raffreddori siano, per noi comuni mortali, di breve durata. Niente a che vedere coi raffreddori di Stato che si sa bene quando iniziano, ma quando finiranno - nonostante tanti illustri dottori a disposizione - non si sa.
Nessun commento:
Posta un commento