venerdì 29 marzo 2024

Pensavo ai chiodi

Pensavo ai chiodi, a dove fossero finiti e ho scoperto solo oggi, colpevolmente proprio oggi, che essi sono in Italia: a Roma, a Milano e a Monza. Pensavo ai chiodi, a chi li avesse fatti, con quali stampi, e come, e con quale fuoco avesse fuso il ferro; e questo, da quale miniera estratto, con la stessa fatica di sempre. Pensavo ai chiodi pronti, insieme ad altri, prescelti per essere ficcati dentro ai palmi e sui dorsi dei piedi. E pure al martello, pensavo, a quanta forza occorse per bucarli, i palmi e i dorsi, quanti colpi servirono per conficcarli, i chiodi, finché la punta d'essi, trapassando la carne, non s'infisse dentro il legno della croce, per tenere il corpo fermo, dai fori dei chiodi sanguinante. E pensavo al sangue che dipoi scorreva dalla croce, ai rivoli che, lenti, sono scesi fino a toccare terra, tutti giù per terra. E pensavo alla Terra, che non aspettava il corpo e il sangue di un altro martire innocente, come tanti, come troppi; ma aspettava il pane e il vino del Figlio dell'Uomo per ricevere, lei Mater-ia per prima, la Prima Comunione, per essere in comunicazione permanente e perpetua con il Corpo e con il Sangue dell'Agnello di Dio che toglie tutti i peccati del mondo.

Perché la Terra aveva fame e sete di essere risanata da tutto il dolore che homo sapiens provoca a tutte le creature, se medesimo compreso. La Madre Terra e noi creature.

«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati». 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Occhi velati nel leggerti...

Anonimo ha detto...

Sembra di vedere il Cristo morto di Hans Holbein jr, non si può non riflettere su quanto siano stati atroci il dolore e le sofferenze di Gesù. Buona Pasqua.