domenica 23 novembre 2025

L'Essere Umano e la socialità

 « Per un Essere Umano che abbia compreso che la propria felicità dipende dalla possibilità di sviluppare la propria Creatività è necessario che ogni propria scelta sociale debba dipendere da tale esigenza. Egli considererà positivo per il proprio sviluppo tutto ciò che lo metta in condizione di perseguire questo suo fine primario. Potendo scegliere tra varie realtà sociali egli si orienterà verso quella che gli renda più semplice la realizzazione di questo suo scopo.
Domandiamoci a questo punto quali siano le condizioni ottimali nella direzione voluta. La prima esigenza è quella vitale. L’Essere Umano per vivere ha necessità di disporre liberamente dei beni della Natura. Tale disponibilità egli la può conseguire o vivendo in un contesto primitivo oppure in una adeguata struttura sociale. Ciò che rende idoneo un contesto sociale per la finalità sopra indicata è l’assicurazione della libera disponibilità dei mezzi per la sopravvivenza e la possibilità di godersi in pace tutto quanto egli realizzerà nel proprio sviluppo creativo. La prima esigenza potrà essere soddisfatta se egli, oltre alla possibilità di lavorare, godrà di un reddito di cittadinanza, dalla nascita alla morte, tale da garantirgli, in ogni caso, il diritto alla vita. La seconda esigenza presuppone che egli viva in un contesto sociale dotato di codici e corrispondenti strutture esecutive, tali da consentirgli il libero godimento di tutto quanto egli porrà in essere con il proprio lavoro e con l’esercizio della propria volontà, in libero scambio con i propri simili. Come ciò possa concretamente realizzarsi sarà trattato in seguito. Qui limitiamoci a porre in evidenza l’indispensabilità di tali due condizioni: sicurezza economica e sicurezza giuridica. 
Se esaminiamo tutte le organizzazioni sociali esistenti nel mondo ci accorgiamo che in nessuna di esse, tali esigenze, trovano la loro piena realizzazione. La vita degli Esseri Umani è abbandonata all’alea del mercato ed i loro diritti non sono in pratica tutelati. Ciò dipende dal fatto che tutte le organizzazioni statali pongono come categoria suprema del vivere sociale le strutture di potere e non il libero sviluppo dei Cittadini. Ciò dipende dal fatto che tutti gli Stati moderni hanno ricevuto ereditariamente la loro impronta dall’Impero Romano. Mentre le società reali, sotto l’impulso del cristianesimo, si sono sviluppate verso una filosofia sociale che vuole la centralità dell’Essere Umano, le strutture statali, abbarbicate alla pratica del Potere hanno continuato ad opprimere i Cittadini considerandoli come strumenti passivi delle loro finalità extra umane. Ciò ha determinato un enorme accumulo di dolori nelle coscienze umane, facendo nel contempo fallire ogni, seppur minima, esigenza di giustizia sociale. Oggi noi assistiamo all’assurdo fenomeno che, parallelamente allo sviluppo scientifico, tecnologico e della ricchezza globale, di contro aumenta la sofferenza della stragrande maggioranza dei sempre più poveri. Oggi siamo arrivati al punto che, con un enorme accumulo legislativo, e con l’introduzione di macchine sempre più sofisticate, non si è più in grado di consentire il formarsi di iniziative capaci di fornire la base lavorativa per la sopravvivenza materiale. Le nuove generazioni, prive di ogni potere contrattuale, non trovano più occasioni di lavoro e vivono nella più profonda disperazione.
Ciò dipende dal fatto che i vari Governi, succedutisi nel tempo, nella loro smania di potere, hanno create un tal numero di leggi e di vincoli, per cui ogni spazio per la Creatività umana è stato chiuso. Mentre per distruggere quanto restava di vitale economicamente, l’esercizio delle leve finanziarie ha avuto una piena efficacia, di contro, per ricostruire, tali leve sono totalmente inefficaci per la qual cosa, a breve, si prospetta il caos sociale. Né è possibile sperare in un soprassalto di coscienza delle forze dirigenti immerse in una piena ottusità sociale in quanto assorbite nelle lotte per ilpotere. Cosa si può sperare da esseri che non hanno compreso l’assurdità degli attuali sistemi fiscali che, scaricandosi sulle attività produttive, costringono le Aziende a scaricare sui prezzi tutti gli oneri fiscali e previdenziali e quindi sui poveri, ultimi acquirenti?
Come mai non è stato ancora compreso che tutti gli attuali sistemi fiscali sono incostituzionali in quanto contravvengono allo sbandierato principio che il peso fiscale debba essere sopportato in maggior misura, e con il principio della progressività, da parte di chi più ha e meno da parte dei poveri? 
Tali assurdità sono vissute dolorosamente da parte dei poveri, il cui numero aumenta sempre più 
L’Antropocrazia supera tutte le assurdità degli attuali sistemi sociali e prospetta soluzioni concrete e rapide non soltanto per uscire dalle presenti disastrose condizioni sociali, ma anche per avviare uno sviluppo generale volto a consentire a ciascun Essere Umano di avviarsi sulla strada della Creatività, per la propria e per l’altrui felicità». 

Nicolò Giuseppe Bellia, Antropocrazia. Logica e attuazione.

martedì 18 novembre 2025

La conversione

INTRODUZIONE

«Libri come questo hanno tre scopi distinti.

Il primo è quello di obiettivare i pensieri che si formano nella coscienza individuale in rapporto alle esperienze della vita sociale. Di fronte al quadro desolante odierno la coscienza reagisce formando quei pensieri che siano capaci di riconfigurare i dati dell’esperienza in un ordine corrispondente ai sani aneliti della vita dell’anima dell’Essere Umano.

La continua meditazione di tali pensieri forma un contenuto vivente capace di preservare la coscienza dalla disperazione che altrimenti la invaderebbe.

La forma di pensiero di tale reazione creativa può divenire un contributo sulla via del progresso generale.

Il riscontro positivo nella coscienza, con la formazione di un atteggiamento profondo di speranza per il futuro, è l’unico elemento necessario a questo livello.

Da questo punto di vista non sarebbe necessario neppure esplicare esteriormente quanto viene formandosi nell’anima, giacché il vero colloquio è con le forze vitali evocate con la propria attività meditativa e non ci si aspetta una risposta dagli altri Esseri Umani.

L’atteggiamento è analogo a quello del matematico le cui certezze scaturiscono dai propri pensieri e non già dal riconoscimento di altri.

La disposizione di spirito è simile a quella della vera preghiera che vuole essere superindividuale ed anelante verso valori universali.

Dal punto di vista strettamente individuale non si ha la necessità di comunicare ad altri quanto si va vivendo, essendo sufficiente il riscontro interiore vitalizzante esplicantesi nel beatificante sentimento di speranza che invade la coscienza.

Nell’esteriorizzare in uno scritto quanto si va conquistando si ha in vista un secondo scopo consistente nel desiderio di mettere a disposizione delle persone amate i frutti delle proprie conquiste. Il matematico sa che il proprio lavoro, sintetizzato nelle formule trovate, può essere di grande utilità per i propri simili e lo offre ad essi con le proprie pubblicazioni.

Analogo è l’atteggiamento di colui che pensa sulla vita sociale nel senso sopra specificato: egli vuole donare quanto ha conquistato alle persone che ama per estendere a loro i benefici interiori ricavati.

A tal fine lo scritto acquista il valore di una lettera indirizzata alla persona cara.

Non sarebbe quindi necessario che le proprie comunicazioni acquistassero la forma di libro a stampa, ma sarebbe sufficiente che avessero la forma di copie del manoscritto. Ciò in quanto l’esiguità del numero di coloro, con cui si intrattengono rapporti diretti, non giustificherebbe lo sforzo necessario per una pubblicazione tipografica.

Ma chi scrive può anche conseguire la convinzione che la problematica che lo ha travagliato investa ampie e consapevoli sfere di Esseri Umani. È sempre con tale convinzione e speranza di utilità che si decide di dare la forma di libro a quanto è derivato dal proprio lavoro individuale.

L’Antropocrazia nasce in una sfera di pensiero in cui è assente ogni compiacimento e fine soggettivo e pertanto non si cerca la conquista di adesioni superficiali, ma ci si attende quella che comunemente si chiama comprensione, basata su analisi pensanti.

Tutti coloro che, nel leggere questo scritto, vedano nascere in loro reazioni emotive non sono, per questo, i destinatari di questo lavoro, il cui fine è scientifico e di servizio.

Con ciò non si vuol dire che si presume di imporre una verità indiscutibile, ma che eventuali osservazioni debbano nascere sulla base di dati sperimentali e quindi di pensiero.

Le inveterate abitudini ad atteggiamenti ideologici e passionali sono assolutamente inadatte ad entrare nello spirito di quello che vuole essere semplicemente un Progetto, con potenzialità di risanamento, rispetto a tutti i mali che si incontrano nell’attuale vita sociale.

D’altro canto, anche nell’improbabile ipotesi che tutti gli italiani condividessero la bontà e validità di tale progetto, ciò non sarebbe condizione sufficiente per ottenerne l’attuazione, giacché il Potere vigente, basato su centinaia di migliaia di leggi, sarebbe in grado di non farlo passare, se non dopo il totale disfacimento sociale.

È per tale motivo che nel libro si accenna a quella che è stata chiamata: la conversione dei Politici».

domenica 16 novembre 2025

Giornata mondiale dei poveri



« Chi affronta il problema sociale con Amore e Creatività fa subito due constatazioni: la prima è quella che alla crescita della ricchezza generale corrisponde automaticamente l’impoverimento dei cittadini che vivono di reddito da lavoro, cioè gli appartenenti alla fascia povera della popolazione.
Ciò dipende dal fatto che tutti i produttori di beni e servizi, debbono scaricare tutti gli oneri fiscali, previdenziali, assistenziali etc., sui prezzi, pagati prevalentemente dai percettori di redditi, cioè dai poveri!
In altri termini: tutti gli oneri statali li pagano solo i poveri!
La seconda è quella che il diritto alla vita non è garantito e l’Essere Umano è abbandonato all’alea del mercato.
Il progetto antropocratico risolve entrambi i problemi a mezzo dell’istituzione del reddito di cittadinanza generalizzato, che si aggiunge al reddito individuale, e della fiscalità monetaria che consente di scaricare il costo dei servizi comuni sulla ricchezza effettiva senza gravare sul lavoro, sui consumi e sulla produzione».

venerdì 24 ottobre 2025

Prima dell'alba, Sagittario

Prima dell'alba, una mattina,
alzare gli occhi al cielo
alla vetrina delle stelle
che si affacciano scoperte
dalla coltre delle nubi mosse
dal vento.
Il Sagittario galoppa contento,
mi fa cenno di seguirlo e dice:

“Chiudi gli occhi e tieni
le braccia aperte 
senti come il corpo s'intesse
della stessa sostanza che lo informa
senti la tua origine divina,
il tempo e lo spazio che si squadernano
indietro e avanti e viceversa,
perché la tua luce non è un punto
che si esaurisce in una vita.
Senti l'infinita compassione
e il sacrificio di chi volle
darti di sé il proprio sé perché
tu possa essere e a tua volta tu possa
donare di te quello che puoi e riesci.
Senti come tutto è unito 
pur nella distanza che sembra infinita
e ciò che ci separa non è che l'ombra
delle costellazioni mie sorelle. Esci
da te, dimentica per un attimo il tuo confine
e tira dal mio arco la tua freccia
e colpisci il bersaglio del cuore 
perché si allarghi e s'unisca al tutto.
Tutti tirati sono e tutti tirano e anche tu,
alla buonora, mettiti a tirare e a essere tirato.
Lasciati andare, ringrazia
di essere nato”.

Riapro gli occhi, il giorno si avvicina.
Dove siete stelle? Dove sei Sagittario?
Respira. Pensa. E cammina.
E poi scrivi nel diario:
In ogni lume degli occhi si trova la divina
sostanza della luce. E ogni luce per essere
ha bisogno della notte. E ogni bene
per darsi del male abbisogna.
E chi non scende dal sé salire non può
perché salire contempla la discesa.
Fa' un passo indietro a spingere chi
dietro a te rimane: ti troverai due passi avanti
nella stessa direzione della freccia
che hai scoccato.
Tieni larghe le braccia e la fronte aperta
sii grato e sorridente
perché la gioia è la prima medicina
un farmaco che non costa niente.
E dunque, avanti: respira, pensa.
E cammina.


giovedì 9 ottobre 2025

Per conoscenza


LA FLOTILLA DELL'ANTROPOCRAZIA

«Di fronte al progressivo incepparsi della vita sociale, si assiste ad una generale impotenza delle forze dirigenti a trovare rimedi validi ai mali che si vanno generando. Ciascuna forza sociale, pressata dai problemi che la riguardano direttamente, cerca le cause degli inconvenienti nell'azione delle forze avverse e si impegna in aspre battaglie con esse al fine di rimuovere le cause dei propri mali.

Al fondo di questi comportamenti vi è la convinzione che il problema sociale sia di natura moralistica. Con tale stato d'animo si va alla ricerca di volontà perverse volte a realizzare disegni negativi, dimostrando con ciò un eccessivo semplicismo che, non toccando la vera natura dei problemi, alla fine non incide positivamente sull'andamento delle cose, ma anzi spesso le aggrava.

Perché tutto ciò?

Alla base vi è una profonda mancanza di fiducia nella Vita in generale e nell'Uomo in particolare.

Questo libro è scritto sulla base di convinzioni diverse. L'autore è convinto che i mali sociali dipendano non già dalla cattiva volontà degli esseri umani, ma dalla inadeguatezza delle strutture ereditate dal passato remoto e prossimo. Pertanto lo sforzo di coloro che vogliono contribuire a sanare i difetti della Società deve essere rivolto non già a combattere fantasmi più o meno evanescenti, spesso proiezioni subconsce, bensì a sviluppare ricerche di pensiero idonee a trovare soluzione tecniche adeguate alle esigenze dell'Uomo contemporaneo. 

Chi dubitasse della capacità degli Esseri umani di capire la validità di concezioni miranti a soluzioni positive, dovrebbe disperare definitivamente del destino del Mondo. 

In questo libro si è percorsa la strada della ricerca di pensieri idonei a convogliare gli sforzi creativi degli Esseri umani verso concezioni positive, nella certezza che questa via sia valida, con il dovuto tempo, a portarci verso quel porto sicuro che è nelle speranze di ciascun Uomo.

Azione culturale quindi, sorretta dalla speranza nel futuro, alimentata dalla fiducia nell'Essere umano».  

Dall'introduzione al libro di Nicolò Giuseppe Bellia, Verso l'Antropocrazia.

Negli eventi recenti che riguardano la questione di Gaza si possono osservare alcuni elementi caratteristici. Il primo è la naturale propensione degli esseri umani a provare compassione per le situazioni inaccettabili in cui versano vaste  comunità umane. È certamente da ammirare lo spirito d'iniziativa individuale di coloro che hanno partecipato a tale impresa, nel tentare di portare soccorso e di risvegliare il senso di umanità oggi tanto sopito.

Il secondo è la critica che proviene da molti, i quali dicono: perché non vi mobilitate per i nostri problemi, per i salari e le pensioni basse, per le tasse insostenibili, per i problemi di molti italiani?

Certo, chi sente umanamente dovrebbe considerare che le condizioni del popolo palestinese sono ben più pesanti in quanto a gravità, rispetto a quelle che viviamo qui in Italia. E questa constatazione dovrebbe condurre a non deridere e condannare l'iniziativa della Flotilla. 

Ma anche questo atteggiamento cinico è comprensibile se consideriamo il terzo elemento in gioco, la strumentalizzazione di ogni iniziativa da parte delle forze politiche contrapposte. C'è del vero in chi afferma l'ipocrisia dei rappresentanti politici che oggi vogliono difendere i Palestinesi dai soprusi, i quali hanno invece imposto la carta verde poco tempo fa. 

Chi abbia osservato i fatti politici nel corso degli anni, ha potuto constatare che le diverse compagini che sono andate al governo hanno sempre promesso riforme e programmi che sono stati poi sistematicamente sconfessati. In questi giorni ha buon gioco chi mette in evidenza tutte le dichiarazioni di Giorgia Meloni che poi si è sistematicamente rimangiata. Ma ha memoria corta chi non vede che tale comportamento è stato comune ad ogni governo, da chiunque costituito.

Il ritornello che da parti opposte viene ripetuto da decenni, noi siamo i buoni, gli altri i cattivi, non ha quindi alcun fondamento. 

Con l'attuale forma di Stato, fondata sulla ricerca del potere da parte di gruppi politici contrapposti che si odiano, qualsiasi misura che venga presa per cercare di risolvere i problemi senza por mano al cambiamento dell'assetto istituzionale, della forma stessa dello Stato, non può che aggravare la situazione.

Quindi chi sinceramente aspira a risolvere i problemi ha come unica possibilità quella di rivolgersi a ricerche culturali, facendo appello alla facoltà pensante che è presente in ogni individuo. È necessario mettere da parte l'appartenenza di gruppo, di partito, di popolo, di religione, per rivolgersi a ciò che è universalmente umano. Si tratta di valorizzare l'umana pietà, l'umana compassione che si possiedono naturalmente, come forze morali che possono favorire una disposizione al pensare chiaro e obiettivo, che trovi soluzioni per le esigenze di ciascun essere umano, vincendo l'odio verso presunti colpevoli e guarendo così la propria stessa anima.

Ecco con quali parole Rudolf Steiner diede i primi elementi conoscitivi nel ciclo di conferenze destinato a coloro che volevano portare pubblicamente l'esigenza della riforma sociale nel senso della triarticolazione, della necessaria autonomia delle sfere culturale, economica e giuridica, che oggi sono concentrate nelle funzioni dello Stato unitario:

“L'obiezione più comune che la gente formula quando le si propone l'impulso della triarticolazione è che, proprio nell'Europa centrale, abbiamo soprattutto indigenza e miseria.

Si deve condurre la lotta per il pane, ed è quindi agli interessi economici ai quali ci si deve anzitutto dedicare. A che servono gli alti ideali? A che servono i discorsi sui sostrati spirituali?

Questa obiezione viene fatta in tutti i toni e, non si può negarlo, proviene dalle anime oppresse del presente; vista esteriormente, le si può attribuire una certa giustificazione.

Ma quando in questi giorni faremo passare davanti alle nostre anime i più importanti problemi del presente, problemi che formeranno la base per la nostra azione, vedremo che l'idea che oggi occorra risolvere i soli problemi economici, riposa su un’assoluta illusione, poiché deriva come cosa ovvia da un altro problema e dalla sua risposta, ma non è per nulla una cosa ovvia.

Si parte infatti dal presupposto (e approfondiremo in seguito l'argomento) che gli uomini, non questa o quella persona, ma gli uomini in generale, non abbiano colpa per le condizioni in cui versa oggi il mondo civile.

Se prendiamo in esame quanto oggi abbiamo il dovere di considerare, e cioè l'economia mondiale diffusa su tutta la Terra, dobbiamo dire che la natura oggi non ci dà di meno di quello che ci dava in qualsiasi altra epoca, sempre che si sappia carpirle correttamente i suoi prodotti e poi distribuirli in modo equo tra la gente, beninteso all'umanità nel suo complesso.

Che gli uomini si trovino oggi in uno stato di necessità più grave di prima non è causato da motivi fisici, ma proprio dallo spirito degli uomini.

Se la gente oggi è nell'indigenza, a provocarla è stata la falsa spiritualità, il falso pensare; non vi è perciò altro da fare che sostituire con un modo giusto di pensare il falso pensare per uscire da questa condizione d'indigenza.

Non è stata la natura, non qualche potenza sconosciuta a portare l'umanità alla condizione attuale, ma gli uomini stessi.

Se vi è indigenza, sono gli uomini che l'hanno portata; se molti non hanno niente da mangiare, sono gli uomini stessi che non permettono che il cibo arrivi dappertutto”.  (Stoccarda, 12 febbraio 1921)

Quest'ultima frase di Steiner trova la sua manifestazione più eclatante nell'azione violenta dell'esercito israeliano volta ad impedire di portare cibo ai palestinesi affamati. 

Ma questa è solo la punta dell'iceberg, perché la maggior parte del ghiaccio si trova sotto la superficie di ciò che appare, si trova nelle anime della maggior parte degli esseri umani. Si trova in pensieri, in frasi fatte, in convinzioni che contrastano con i sentimenti di compassione che vivono nelle medesime anime.

La falsa spiritualità di cui parla Steiner è quella delle teorie che girano nelle teste e che contrastano col sentimento della dignità umana che vive nei cuori. Cos'è che impedisce che il cibo arrivi dappertutto a coloro che ne hanno bisogno? È il pensiero che si ha diritto di mangiare solo se si lavora. Ci sono milioni di persone che muoiono di fame perché vivono in condizioni di economia depressa e non hanno lavoro, che sono costretti a lavorare in condizioni disumane per un tozzo di pane. Ma anche nei paesi in cui vi è abbondanza di produzione i poveri aumentano sempre più, il lavoro diminuisce per il progresso tecnico e scientifico e la fame e l'indigenza crescono. 

Esiste in Italia una piccola comunità di amici che cerca di diffondere il progetto dell'Antropocrazia, che propone di abolire tutti i tributi e gli obblighi previdenziali, nonché tutti i costi del carico normativo imposto alle imprese dalle leggi statali, il che farebbe diminuire i prezzi  di mercato di oltre la metà. Infatti tutti questi costi si scaricano sui prezzi finali di merci e servizi, a tutto danno dei consumatori, specialmente dei più poveri. Non sarebbe questo un modo per raddoppiare il potere d'acquisto, e quindi per consentire di raddoppiare la possibilità di mangiare a chi è in stato di bisogno?

I contrari affermano che in tal modo non vi sarebbero più le entrate fiscali per finanziare i servizi pubblici. Ma non considerano che l'Antropocrazia propone l'istituzione di un'unica tassa, in forma di decurtazione monetaria periodica mensile su tutti i valori monetari presenti sui conti bancari e in forma cartacea. Questa fiscalità è piccola, massimo 10% annuo, non si può evadere e non si scarica sui prezzi, perché applicata al denaro fermo e non agli scambi economici, nei quali si forma il prezzo di ciò che viene scambiato. 

Con il denaro riscosso da tale decurtazione si propone di istituire per ciascun cittadino dalla nascita alla morte un reddito incondizionato mensile, in misura uguale per tutti, come unica forma di solidarietà sociale generalizzata, che assicuri il diritto ad una vita libera e dignitosa e consenta che il lavoro divenga una libera scelta, fondata sul piacere di mettere in atto i propri talenti e di trarne anche il giusto profitto, e non determinata dal ricatto della mera sopravvivenza.

Come si può tollerare che oggi, per necessità di sopravvivenza, tutti debbano lavorare per sopravvivere, producendo una quantità enorme di merci, delle quali oltre la metà viene buttata via invenduta perché la gente non trova lavoro e il poco denaro che possiede viene di continuo svalutato dall'incidenza fiscale sui prezzi? Non si conosce la legge di mercato? In presenza di eccesso di produzione rispetto alla domanda, i prezzi scendono e i produttori non riescono a ripagarsi i costi di produzione e ad avere un profitto, quindi devono chiudere. Ma in presenza di tutte le attuali tasse i prezzi vengono gonfiati e i consumatori non possono acquistare se non merce scadente a prezzi accessibili alle loro tasche. La domanda non è scarsa perché la gente non ha bisogno di acquistare, ma perché non ha il denaro necessario. E l'offerta non è eccessiva perché la domanda sia alta, ma perché si lega la produzione delle merci alla necessità di avere un reddito.

In presenza del reddito base incondizionato per tutti la domanda corrisponderà all'effettivo bisogno di merci e servizi da parte di tutti gli individui e l'offerta si regolerà in funzione della domanda, dato che il lavoro non avrà la funzione di garantire la sussistenza, ma di produrre ciò che viene richiesto dai consumatori e non di più.

Oggi viene sequestrato e buttato via il cibo di cui hanno vitale necessità coloro che sono nell'indigenza. Si impedisce che ne possano godere semplicemente perché non si riconosce il diritto incondizionato alla vita, ma si impone l'obbligo di lavorare.

La scienza dello spirito ci invita a cercare le cause dei fenomeni esteriori nei pensieri e nei sentimenti degli esseri umani. Noi tutti abbiamo assistito alla missione umanitaria della Flotilla, abbiamo deprecato l'intervento delle navi militari israeliane che hanno sequestrato gli alimenti destinati agli affamati, che del resto avrebbero portato sollievo per breve tempo.

Ma ci sono delle navi militari ben più potenti nelle nostre anime che bloccano il cibo destinato all'intera umanità, nel corso di più generazioni. Sono i pensieri non meditati nelle loro conseguenze, che sono in conflitto coi nostri stessi sentimenti di umana compassione.

La guarigione dei mali dell'umanità avverrà solo se riusciremo a guarire questa profonda ferita nelle nostra anime, se riusciremo ad unire ragione e compassione, testa e cuore.

La Flotilla dell'Antropocrazia lancia un appello alle anime, invita ad unirsi a questa missione di giustizia e pace, nella quale non si rischia la propria vita, ma la si può ricevere in dono, per-donarla all'intera umanità.

Stefano Freddo

P.S.

Sono due anni che conosco (tento di conoscere) l'Antropocrazia e faccio parte di questa comunità di amici che la studia ragionandoci su, incontrandoci prevalentemente via zoom. E dopo due di studio e pensieri su di essa, mi sento di dire che l'Antropocrazia è la sola soluzione alla questione sociale che incatena gli uomini nella morsa della necessità di lavorare per forza perché schiavi del denaro. 


sabato 20 settembre 2025

Anniversari dimenticati

A Giovanni Raboni

Io, sovente, perdo
spesso la conta degli anniversari.
Questo però non è importante:
importante è tenere a mente
la faccia e la mente di chi
si vuole ricordare.

E io ricordo Giovanni alla stazione
una mattina fredda di gennaio
vestiti quasi uguale, io giovane
lui meno ma forse il giovane era lui
e io già vecchio con quel cappello
che nascondeva i capelli neri
e i suoi bianchi a illuminare
la Centrale di Milano.
Lo riconobbi, ci stringemmo la mano
e chiese: "Dove va?" e io 
non seppi rispondere perché
pur viaggiando mi sentivo di star fermo
davanti a lui che primeggiava
io facendomi sempre più piccolo
sebbene non in lui ci fosse
la volontà di porsi sul piedistallo 
del Poeta. "Vorrei andare nella
sua stessa direzione" dissi, incerto,
con un velo di rossore. E lui rispose:
"Non glielo consiglio se vuole
restare inascoltato, se vuole
avere voce in capitolo, se vuole
avere un posto nella storia
o anche un semplice posto di comando".

Ci congedammo così con le sue parole
e un sorriso largo e complice che ci unì
nell'istante del saluto. Ognuno poi salì
sul treno per il suo viaggio. 

Dopo tanti anni, posso dirti, Giovanni, 
che, pur non volendo contraddirti,
non ho seguito il tuo consiglio,
ho dato ascolto alla voce tua
e di altri che non volevano
che li si ascoltasse. Meglio stare
ai margini della storia e lanciare
versi al cielo o seminarli in terra
perché comandare non è mai e poi mai
meglio che fare l'amore 
o tentare di darlo con una parola o due
capaci di toccare l'anima e muovere
il palpito del cuore.

lunedì 25 agosto 2025

49+1

 



Congratulazioni. Il mio libro cartaceo "49+1 PICCOLI RACCONTI" è stato pubblicato su Amazon.

Tutti i racconti raccolti nel libro sono stati precedentemente pubblicati qui sul blog. Sono stati rivisti, emendati, organizzati, accarezzati e, quindi, ecco a voi il libro.

Rispetto alla raccolta di poesie Come ho scelto la strada del Print On Demand. Così sarà stampato solo il necessario. 

Il prezzo del libro di carta è di € 10,40 dove 40 centesimi sono di Iva, mentre la versione digitale viene metà prezzo.

Buona lettura, se vi va. 


Aggiornamento del 10 settembre: ho aggiunto anche una versione con copertina rigida per schiacciare meglio le noci. Costa un po' di più, ma vuoi mettere?

martedì 12 agosto 2025

Non avere più dominio

- Buongiorno Gemini, una domanda. Io ho un blog, un diario dove appunto di solito poesie e piccoli racconti, e uso la piattaforma blogspot. Per un certo periodo, sempre tramite blogspot, avevo comprato un dominio con un nome che mi piaceva: Alterlucas. Poi anno scorso non ho rinnovato l'abbonamento e sono tornato al nome classico gratuito offerto dalla piattaforma. Un anno e mezzo dopo, degli amici che hanno cliccato sul vecchio dominio, hanno visto che esso rimanda a un sito con contenuti per adulti. Ebbene, che cosa può essere accaduto?

- Buongiorno, capisco la tua preoccupazione. È una situazione piuttosto spiacevole e purtroppo non così rara. Cerco di spiegarti cosa è successo.

Quando non hai rinnovato il tuo dominio Alterlucas, esso è tornato disponibile sul mercato. Probabilmente è stato acquistato da qualcun altro, in questo caso da un'azienda che gestisce siti per adulti.

Questo tipo di attività è abbastanza comune. Alcuni "domainers" (persone o aziende che comprano e vendono domini) acquistano in blocco domini che sono stati dismessi, soprattutto quelli che in passato hanno avuto un certo traffico¹. Il fatto che i tuoi amici abbiano cliccato sul link significa che il tuo vecchio blog aveva un buon posizionamento nei motori di ricerca, e chi ha comprato il dominio ha sfruttato proprio questo per reindirizzare gli utenti verso il proprio sito.

Cosa puoi fare adesso?
Purtroppo, una volta scaduto e acquistato da qualcun altro, non c'è molto che tu possa fare per recuperare quel dominio. La proprietà è passata a un nuovo titolare.

Il tuo blog su Blogspot è comunque al sicuro, e non c'è alcun rischio per i tuoi contenuti o per i tuoi lettori che usano il link gratuito.

Se in futuro desideri avere un dominio personalizzato, ti consiglio di acquistarne uno nuovo e di assicurarti di impostare il rinnovo automatico. In questo modo, eviterai che la situazione si ripeta.


- Grazie. Ma ti chiedo: di quello che viene pubblicato nel sito Alterlucas non più mio io non sono responsabile, vero?


- È un'ottima domanda e la risposta è chiara: no, tu non sei responsabile.

Nel momento in cui non hai rinnovato il dominio, ne hai perso la proprietà. Da quel momento, la responsabilità legale per i contenuti pubblicati su quel sito è passata al nuovo proprietario.

Tu sei responsabile solo per i contenuti del tuo blog attuale, quello che ha il dominio gratuito di Blogspot. Il fatto che il vecchio dominio fosse associato al tuo nome in passato non crea alcuna responsabilità per i contenuti del nuovo sito, che è stato creato da un'altra persona o entità.

Non hai motivo di preoccuparti da un punto di vista legale. La tua reputazione, invece, potrebbe essere influenzata, specialmente se qualcuno dei tuoi contatti, come è successo, si imbatte nel nuovo sito. Purtroppo, questo è uno dei rischi che si corre quando un dominio non viene rinnovato e finisce per essere acquistato da altri.


_________________
¹Avrò avuto davvero un certo traffico?

giovedì 7 agosto 2025

Consuma

Non so se saranno un milione,
o forse più, i chilometri che sui
tuoi asfalti raramente rinnovati
ho percorso, Consuma, 
strada che illumina e rinnova
ogni volta il senso del viaggio
e cambia i colori e le prospettive
al mutare delle stagioni e porta
il cuore verde del Casentino
a riaffacciarsi in un Arno
diventato grande e profondo
perché l'Arcangelo si tuffi e dia
all'Italia la parola che la incarna. 

Al valico, in una giornata di vento fresco,
mi fermo e guardo il valzer delle nuvole
che danno alla tela dell'azzurro
ancora più luce; e, nei campi verdeggianti,
alcune mucche che alpeggiano placide
tra le erbe profumate e fresche
che gli spiriti dell'aria dissetano 
a ogni alba. Quassù non c'è il lievito
dei farisei: non c'è nulla di nascosto,
niente di segreto, ovunque guardi,
vedi che tutto è stato rivelato, eppure
la strada non è dritta e sale e scende
mentre intorno tutto chiama a fermarsi,
riposare, lasciare che il sogno
cominci per essere ricordato.

E qui è il posto giusto per ricordare
ossia per accordare il cuore con la mente,
mettersi in religioso ascolto 
di noi stessi: perché noi stessi siamo dèi
come ci disse Colui che divino è veramente.


Il genio della lingua

La bottega del barbiere del paese festeggia cinquant'anni d'attività. Il titolare, ottantenne, tiene ancora aperto il negozio perché la pensione minima non gli basta per sopravvivere. A onor del vero, va detto che egli ha la pensione minima in quanto ha dato allo stato un minimo di tributi previdenziali (giù il capello!), e perché, in cinquant'anni, ha  avrà fatto, sì e no, cinque o sei scontrini (di nuovo: giù il capello!). 

Ma la notizia non è questa. La notizia è che soltanto oggi, dopo cinquant'anni, sono venuto a sapere il suo soprannome, datogli quando, giovincello, andò a fare l'apprendista alla bottega di un altro barbiere del paese. Dopo pochi mesi di apprendimento, infatti, egli venne battezzato con il nome professionale (e non) di Segapeli.

Credo che, dopo trent'anni dall'ultimo taglio che ho fatto da lui, prossimamente tornerò alla sua bottega.

sabato 26 luglio 2025

Verso Strada

Verso Strada, da Caiano,
tra pareti di pietra serena
nella gola dei Massi Grossi,

vorrei che con me qui tu fossi
a fare un salto su una
Luna quasi piena
che si deve ancora coricare.

Non avertela a male
se ti penso nei posti più nascosti
quando meno te l'aspetti
e senti i miei pensieri riportarti

verso Strada, da Caiano,
tra pareti di pietra serena
nella gola dei Massi Grossi.

Vorrei che qui tu non fossi
più, e io pensassi solo agli spiriti
degli elementi che si celano
nella materia, con gli occhi vispi

e aspettano di essere riconosciuti
da me sempre distratto dai pensieri
sul perché ancora mi saluti
con lo stesso “addio” di ieri

verso Strada, da Caiano,
tra pareti di pietra serena
nella gola dei Massi Grossi.

E, al varco, salgo a Ristonchi
alla chiesa di San Niccolò
per vedere tra i tronchi
degli ippocastani il blu

degli orizzonti in fuga
dove s'accendono rare luci
della sera imminente. Lo so
è meglio scendere adesso, muti,

verso Strada, da Caiano,
tra pareti di pietra serena
nella gola dei Massi Grossi.




domenica 20 luglio 2025

Pieve a Socana 2



Pieve a Socana:
una voce fioca
mi chiama: è mia nonna
che cammina veloce
dietro la sua ombra
di bambina, mentre la madre
la chiamava: "Gina, Gina"
perché suonava mezzogiorno
e bisognava apparecchiare.
Ciao nonna, sono passato
di qua per salutare.

Quanto tempo è passato
da quand'ero io bambino
e rincasavo a mezzogiorno
ché mia mamma mi aspettava
e tu e la zia ridevate
al mio ritorno.
Quante ombre di noi
abbiamo calpestate.
E nel tempo che passa
e nello spazio che si stringe
le nostre vite, nonna,
restano in ciò che si dipinge.

sabato 12 luglio 2025

Falterona

Falterona, una croce 
per unire la terra con il cielo
per strappare il velo
che separa la voce
dalla parola sommersa
dalla parola salvata
per farla volare
nell'aria tersa
del mattino; e poi silenzio,
chiudere gli occhi, 
respirare in modo intenso
il profumo di timo che sale
con un soffio di vento
e sfiora il viso dei viandanti
come fosse una mano di fata.

Falterona, 
la montagna incantata
dove i faggi fanno a gara
a chi più in alto lancia i rami
verso la luce; dove un fiumicello
nasce e dà corpo alla parola
che chiama mamma e babbo.
Una nuvola a forma di campana
passa e suona l'ora del desìo
per i viandanti che, per tua grazia,
ritrovano in te il proprio io.








giovedì 10 luglio 2025

Scrolling

Ieri ho indugiato a fare scrolling su uno dei tanti video degli orrori di guerra che X propone e l'ho visto fino in fondo, ho visto cadere a terra una donna, una madre, morta per un collasso, che aveva invano lottato per impedire agli sgherri dell'esercito ucraino di portare via suo figlio, reclutato a forza per diventare un soldato. L'ho vista cercare d'impedire che il mezzo dove l'avevano caricato partisse, mettendosi davanti, disperata, implorante. Intorno, nella piazza assolata di non so quale città, altre donne, soltanto donne, che vedevano il suo strazio e la sua disperazione, ma impotenti per impedire quanto accadeva. Due "reclutatori" sono scesi dal furgone e hanno tentato di togliere di mezzo la madre urlante e, con fatica, ci sono riusciti e sono partiti. E la madre è crollata, sola, sul selciato, morta di dolore.

Stamani il presidente della repubblica ucraina, vestito da militare come i suddetti sgherri, è stato ricevuto, con tutti gli onori militari, dal presidente della repubblica italiana, vestito in giacca e cravatta e da altri (e altre) rappresentanti dello stato in vista di questa conferenza. In mattinata, è stato pure ricevuto a Castel Gandolfo da Leone XIV.

Ospiti che, sicuramente, non si mettono, come me, a fare scrolling e a indugiare su un video che mostra come muore una madre di colpo perché suo figlio è stato portato via dagli sgherri a fare la guerra.

A questo punto, per reagire alla mestizia e allo sconforto, oltre che a piangere che cosa in concreto potrei fare? Mettermi a lanciare accuse contro i figuranti vestiti da militare o in giacca e cravatta? No, non credo sia questa la strada da imboccare, soprattutto in tempi folli, pericolosi e disperanti come questi. La strada da percorrere è un'altra, ed è quella di cercare «pensieri idonei a convogliare gli sforzi creativi degli Esseri umani verso concezioni positive» che offrano soluzioni concrete e subitamente applicabili perché il dolore del mondo gradualmente si attenui, perché non ci siano più madri che piangano e muoiano di dolore per i figli portati via dallo Stato. Verso l'Antropocrazia è la strada.