domenica 27 aprile 2025

Domenica mattina

Da quando i giornali non esistono più, la domenica mattina i tavoli del bar sono occupati dalle tazze di cappuccini e caffè, o dai gomiti degli avventori che palpeggiano i loro telefoni intelligenti. Per quanto impegno ci mettano i telegiornalisti nel leggere le prime pagine di quelle cose che non esistono più, nessuno li prende in considerazione, si parla a malapena del papa o del calcio rimandato per il lutto di qualcuno che, senza voler mancare di rispetto, qualcosina meno del Cristo conterà. Un amico ce l'ha con la Meloni. Un altro con i baby pensionati. Io cerco di spiegare l'Antropocrazia, ma mi ascoltano con mezzo orecchio perché passa una ragazza di colore in canottiera alle otto e mezzo del mattino, pronta per correre lungo la ciclopedonale. Avrà i calori e noi no, ancora col piumino leggero indosso, patiti dall'umido di un aprile che avrà fatto contento quel trombone di Guccini che aspetta da sempre le piogge di questo mese come uno schiaffo improvviso.
Lascio il locale, e le chiacchiere, e l'imminente partita a briscola, tressette e scopa. Devo andare a correre anch'io, piano, molto piano, giusto per levarsi di dosso la nebbia della notte e dimenticare i mezzi sogni di ragazze in canottiera che sorridono solo a me.

venerdì 25 aprile 2025

Esequie semplici

Dalle scale in pietra che conducono al poggiolo, contornato di cipressi, dove la chiesa è ubicata, spuntano, tra gli interstizi del mattonellato, consunto e sconnesso, tarassachi, gramigna, digitarie e fienarole pieni di vigor primaverile. Non è caldo. La bara viene condotta in chiesa dal personale delle pompe funebri, una sola donna della fratellanza militare, che necessariamente si fa aiutare dai parenti e da alcuni amici di famiglia. La campana suona le dieci e il prete africano dà le ultime indicazioni ai lettori della Parola di Dio. Figli e nipoti si siedono nelle prime file. Inizia la celebrazione funebre, pacata, rapida, riscaldata soltanto da alcuni raggi di luce che entrano dal rosone dietro l'altare. Chissà se le nuove chiese le orientano sempre così, tenendo conto del sorgere del Sole, oppure se le costruiscono orientate verso Wall Street. 

Il mercedes carro funebre color avorio (è strano vedere un carro funebre con quel colore là), accoglie nuovamente la bara per il trasporto al cimitero comunale. La pura materia viene seppellita e gli involucri che la avvolgevano s'involano, la salutano senza troppo rimpiangere quel che resta chiuso dentro a un forno o sottoterra, con una croce e una fotografia per salutare chi passerà di là.  

domenica 20 aprile 2025

Non quel che si vede

Non quel che si vede c'è

ma c'è quel che non si vede

perché ciò che si vede

domani non è e non resta affiso

come quello che non si vede

come il viso di colui che dal Sole

è sceso e nella Terra si è intriso

facendola brillare così tanto

cambiandole natura dando

a essa il suo compito di essere

il seme per il prossimo futuro

atto creativo compiuto dalla creatura

che diventa l'ultimo creatore

se accoglie la Luce in sé

donata col suo corpo e col suo verbo

dal Signore.

martedì 18 marzo 2025

ReRami

 
O Europa: ti riarmi?
Io sto tra i rami
con le mani in mano
e mi ramo.
Non puoi negarmi
che i rami
siano le uniche armi
a riportare primavera
in un'Europa di allarmi
e di abbai
provocati da gendarmi
guerrafondai 
in camicia non più
nera ma gialla e blu.
Perché la guerra,
lo sanno anche i sassi,
è voluta dai satanassi,
è voluta da chi non ha soluzioni
per risolvere la crisi economica e sociale
l'inflazione, la disoccupazione, i dazi,
gli intrallazzi, la corruzione,
e non vede la sola via d'uscita possente
di togliere al denaro il potere
di vita o di morte sulla gente.
Gente costretta a combattere
o lavorare, o lavorare per produrre 
le armi o per sparare
tra i rami senza prender la mira:
magari si prendesse la rima
e si sparasse poesie come questa
che dice: fate morire il denaro
di poco, un quasi niente, una cifra
bastante che possa nutrire il pianeta
per non farlo morire, diventare di pietra.
Dare ad ogni moneta
la possibilità di concimare la terra:
il sogno di ogni diamante,
di ogni brillante la meta.
Europa, se ti riarmi
non posso riamarti;
se vuoi ricambiarmi
lascia le armi
e guarda i rami
nudi vestirsi di verde,
nell'incanto della primavera
nella sua magia
guarda tra i rami,
la vedi: è l'Antropocrazia.

Deuropa

L’Europa ha fallito il suo compito e il suo compito era quello di far evolvere il concetto di Stato e la sua forma “chiamata” democrazia in un’organizzazione sociale nuova che mettesse al centro del suo agire (non solo a parole) il diritto alla vita e alla libertà di ogni cittadino, ossia di ogni essere umano. Invece l’Europa è rimasta ancorata all’idea dello Stato, di un'entità che soverchia l’individuo, l’essere umano, il cittadino. Entità, lo Stato, che è un "ferro vecchio", un balocco pericoloso in mano a pochi giocatori “eletti” a danno di altri, i più, il cosiddetto popolo, libero soltanto di votare da chi sarà "rappresentato" e governato, cioè: comandato. Come se fosse ancora naturale essere rappresentati da qualcuno mediante la delega elettorale. Rappresentanti e governanti che, poi, sono degli agenti di commercio di chi detiene il capitale...

L’Europa ha mancato… o, meglio, preferisco dire sta mancando il suo compito… lascio ancora accesa una candela di speranza: e questa speranza si chiama Antropocrazia: dal governo del Demos, al governo dell’Anthropos, la sola via d’uscita concreta per risolvere la questione sociale e far sì che la società, appunto, non cada nel baratro della guerra di tutti contro tutti e la sola soluzione fattibile affinché si realizzino compiutamente i sacri principi di Libertà, di Uguaglianza e di Fraternità.

domenica 16 febbraio 2025

Il coraggio della libertà

Conferenza tenuta da Rudolf Steiner agli operai della Daimler il 25 aprile 1919 a Stoccarda col titolo: «La solidarietà nel sociale: come e cosa fare». 

Io l'ho letta e mi sono entusiasmato e per questo la condivido. Ah, l'edizione è di dominio pubblico e quindi replicabile, basta citare la fonte.

domenica 2 febbraio 2025

Candelora

1. 
Non sono più abituato a tenere un diario, privato o pubblico. Direi che tutto è mutato negli ultimi cinque anni. Gradualmente, i punti di riferimenti ideologici che informavano il mio pensiero sulla questione sociale sono franati. Cinque anni fa, qui in Italia, i poteri dello Stato (tutti i poteri, compreso il quarto e il quinto) hanno mostrato le loro fauci. Fauci compreso. Quindi non è questione di giocare le parti in commedia della politica destra sinistra centro, con le loro vane dispute che non portano a niente. E neanche pensare di "rivoluzionare" mutando i rapporti di "forze", in pratica: l'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione, giacché se la produzione muta "padrone" e finisce in mano allo Stato, o diventano "padroni" gli operai (i capipopolo o chicchessia), il fatto è che non si muta, nella sostanza, la sola cosa importante da mutare: mettere al centro l'individuo, l'essere umano, per garantirgli il diritto alla vita e la libertà dalla schiavitù del lavoro (l'andante: "chi non lavora non mangia, è identico al "chi non si vaccina non lavora e non mangia"). 

2.
Oggi, la Candelora, festa della Luce. Siamo a metà inverno, a metà strada tra il solstizio d'inverno e l'equinozio di primavera. Come garantire, quindi, a ogni essere umano il diritto alla vita dalla nascita alla morte e, al contempo, la libertà dalla schiavitù dal lavoro senza mutare i rapporti di forze e conservare il guscio (protettivo) dello Stato che si occupa solo della giustizia?

3.
Quello che è accaduto negli ultimi anni non è solo una disgrazia, ma anche una "grazia", giacché ho incontrato (sono andato incontro) all'antroposofia e all'antropocrazia, a mio avviso le uniche reali e concrete Vie di uscita che vincono il pessimismo, il buio e la tenebra e offrono a ogni essere umano vera Luce.

4. 
Tutti i pensieri che aprono orizzonti e che prospettano soluzioni alla questione sociale possono essere considerati "utopistici", un po' folli, ingenui. Eppure, se si hanno a cuore gli esseri umani, occorre pensarli; occorre vagliare, esaminare e - soprattutto - scartare. Ma se si ci si addentra nell'analisi dello stato di cose presente e si cerca di vedere dove sono le falle del sistema che impediscono a ogni essere umano di essere libero di vivere senza essere obbligato a niente (non al lavoro, non alla scuola, non alla cura, non alla fede), s'intravvede che già adesso, con pochi accorgimenti, si potrebbe iniziare a ottenere da domani questo imprescindibile e incontestabile diritto per tutti.

5. 
Come? Prendiamo l'Italia (anzi: questo vale soprattutto per l'Italia). In estrema sintesi: 
a) abolizione totale di tutte le tasse, di tutte le imposte, di tutti i tributi e di tutti gli obblighi previdenziali. Questo porterebbe alla
b) diminuzione dei prezzi delle merci e delle prestazioni lavorative e al raddoppio del potere di acquisto di tutto il denaro esistente.
c) Con questo denaro rivalutato, viene estinto, una tantum, il debito pubblico. 
e) Sulla massa monetaria restante porre una decurtazione monetaria (tassa unica sul denaro) piccola e ineludibile (secondo certi calcoli si parla del 10% annuale), che impedisce l'ingiusta speculazione finanziaria parassitaria dell'economia reale.
f) In contropartita, con una parte del ricavato di tale "tassa" è emesso, per ogni cittadino, un reddito di esistenza in modo incondizionato, dalla nascita alla morte, tale da assicurare il diritto a una vita libera e dignitosa.
g) Con l'altra parte si finanzia lo Stato, che si occupa soltanto dell'amministrazione della Giustizia, con giudici eletti direttamente e periodicamente dai cittadini, e della pubblica sicurezza, con personale che farà questa professione per scelta e non per necessità sotto le direttive della Magistratura.
h) Lo Stato, dunque, non si occuperà più di economia (che sarà totalmente libera) né di Cultura (via ogni obbligo scolastico) né di Sanità (libertà totale di cura e chi teme che questo non sia sostenibile, si fa notare che già oggi la sanità non è gratuita, che oltre alle tasse dirette prese dal reddito, vi sono i "ticket" e già la sanità privata è una realtà di fatto)
i) Non avranno più senso i "partiti politici" perché non ha più senso che un individuo sia rappresentato politicamente da un altro.

6.
Grazie a queste misure studiate, elaborate e proposte da Nicolò Giuseppe Bellia, ogni individuo è libero e l'unico legittimo sovrano della vita sociale e tutte le istituzioni sono poste al suo esclusivo servizio. 

Ecco, oggi ho voluto accendere questa candela. Secondo me fa molta luce.

giovedì 23 gennaio 2025

Le sei giare

Potrei comunque dirti che stasera il cielo,
nelle sue variazioni di blu e bianco della Luna,
rispecchia esattamente il sentimento
di essere anch'io un punto di luce nello spazio,
un essere che brilla in quanto spirito,
luce che a niente servirebbe
se illuminasse solo il perimetro dell'io
e non si unisse alla luce dei punti altri
per rischiarare il corpo della Terra.

E se anche ognuno può 
dire solo ‘io’ a sé stesso, 
il nostro ‘io’ è là fuori di noi, è in tutti
coloro che incontriamo, 
molto più di quanto sia dentro 
la pelle o le ossa di ciascuno.
Riceviamo il nostro ‘io’ da ogni parte 
e, quando lo riconosciamo nello sguardo altrui,
le campane suonano a festa per la gioia 
di ritrovarsi e vedere che tra noi
si tesse qualche cosa, una trama 
che trasforma l'acqua in vino
per gli invitati alle nozze di Cana. 

L'amore della Madre e la saggezza del Logos
operano finalmente dentro noi mentre riempiamo
di acqua e luce fino all'orlo le sei giare.

lunedì 6 gennaio 2025

Cielo capovolto

     Pensarsi come cielo capovolto:

pensare al volto, pensare al capo.

Lasciare che la pioggia bagni il corpo

e le nuvole ridisegnino daccapo

il corpo rivolto verso il cielo

il cielo riposto dentro al capo.


Osservare l’imbrunire presso un porto

il rischiarare dell’alba su da un clivo

e congiungere i due punti dentro a un punto

come se lì ci fosse tutto il vivo

svolgersi del tempo

l’espandersi e il contrarsi dello spazio

proprio come se in quel momento

cogliessimo la primordiale fragola

dal sapore così dolce che non muore.


E, nel velluto della notte, trapuntarsi

le stelle dentro al petto perché il cuore

le trasformi tutte in pensieri d’amore

in un’azione che si fa perché si deve fare

senza aspettarsi niente se non l’amore

per l’umana gente che rispecchia

negli occhi quel che siamo

tutti i nostri nomi scritti nella storia

e che sono stati posti dall’Alto

verso il Basso, come cielo capovolto

per vedere Dio in ogni capo,

per guardare il Cielo in ogni volto.


sabato 4 gennaio 2025

martedì 31 dicembre 2024

La cimosa

Ogni tanto provo a rileggere quanto depositato qui negli anni e, confesso, non quasi mai d'accordo con quello che ho scritto, quasi mai. Salvo le poesie e qualche racconto, il resto, soprattutto il mio commentare la realtà politica e sociale e di costume, sarei tentato di cancellarlo, come si cancella con una cimosa la lavagna.

Ma poi penso che no, è bene che ogni tanto vada a rileggere quello che pensavo e che adesso non penso più.

Buon 2025.

domenica 27 ottobre 2024

Le foglie morte non sono



Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la luce,
filtrata dai rami che, nudi, vestirono.

E mi sembra, camminando,
che pestarle sia peccato
ché ne infranga il riposo, la trasformazione.

Ma il fruscio che ogni passo produce
richiama lo scorrere del tempo
e la pace che ci è stata offerta

Morire è un ampliamento di vita:
è il riassunto dei propri pensieri,
è il diffondersi intorno 
sugli altipiani del sopra mondo.

Macerare è restituire al Padre
il pane quotidiano invocato
con la preghiera che il Figlio,
per collegarci col Cielo, ci ha dato.

Le foglie, che morte non sono,
irradiano in cielo la voce
tra le corde dei rami che, nudi, vestirono.






venerdì 18 ottobre 2024

Lascia che viva questa creatura


Lascia che viva questa creatura;

Lascia che viva senza paura,

sicura di andare nel mondo

scegliendo da sola le cose da fare

senza il tormento dell’imparare,

senza l’assillo di dover lavorare

per quei quattro soldi

che sono il sigillo della schiavitù...


Lascia che viva questa creatura.

Lascia che viva una nuova avventura

che abbia cura per l’anima umana

che libera cerchi sé stessa

nello spazio di vita concesso

tra nascita e morte diventi cosciente

di essere un punto di luce divina

che brilla negli occhi

di chi l’ha creata

come gli occhi di mamma

per la propria creatura

che lascia andare nel mondo

più pura...


Lascia che viva questa creatura...

domenica 22 settembre 2024

Pievescola

Pioviscola a Pievescola e i cani
passano coi loro padroni al guinzaglio:
abbaiano come forsennati, forse
perché devono pagare l'iva ai nani
e alle ballerine un conguaglio.
Non fa freddo, ma hai le mani
ghiacce tu pur non essendo presente
in questo punto di Toscana.
Sarà la gente, sarà la pieve del Battista
illuminata dalla luce di Michele;
sarà il miele di acacia dei tuoi baci
che ritornano e che scaccio 
come lo sciame di formiche con le ali
che s'innalza da una siepe vicina;
sarà una panchina nei pressi
dove mi sdraio e faccio finta
di aspettarti mentre leggo non giornali
ma le Considerazioni sui nessi
karmici... Non lo so: so che pensarti
adesso vale mille farmaci 
alla mia anima che, in verità,
più che pensare di tornare indietro,
tenta di diffondersi insieme ai colori
d'un arcobaleno riflesso
su una goccia d'acqua o su una lacrima
che scivola sul vetro di una macchina
parcheggiata in doppia fila.
L’anima mia che tenta d’essere
pienamente cosciente di se stessa
in quest’epoca che richiede
un'attenzione particolare 
allo Spirito che ci inabita nel pensare
Col pensare l’anima si allarga
e unisce tempo e spazio in un punto
dove ci sta tutto, compresi io e te,
che siamo altrove, non certo qui
a Pievescola, in un fresco pomeriggio 
in attesa del respiro dell'autunno.