domenica 22 febbraio 2009

Lettera a Dario

Caro Dario,
ieri, nel tuo discorso d'insediamento, hai detto:
«È accettabile pensare di votare una norma come quella imposta dalla destra che impone l'alimentazione artificiale a una persona anche contro la sua volontà? Certo, io rispetterò e difenderò chi nel partito non se la sente di condividere questa scelta, ma mai dimenticando che per tutti noi è inviolabile il principio sacro della laicità dello Stato».
Bene Dario, anche se con una formula, tipicamente democristiana (data da una domanda retorica che prevede una risposta affermativa), la tua pare una posizione favorevole al testamento biologico e all'autodeterminazione dell'individuo su scelte riguardanti la propria vita. Tuttavia, se così è, mi pare automatico il tuo rispetto per le posizioni di coloro che ritengono la propria vita un dono indisponibile; ma non puoi portare rispetto, né puoi difendere chi, nel partito, si batte a fianco proprio delle posizioni della destra populista, cattolica e clericale, che sono assolutamente irrispettose di chi, invece, vuole decidere liberamente della propria vita. Quindi delle due l'una: o espelli la Binetti, la Bianchi e gli altri che la pensano come la Roccella, oppure si continuerà con la stessa melassa veltroniana che non porta da nessuna parte se non allo sfacelo.
Dammi retta: è da questi punti essenziali che bisogna ripartire. Senza compromessi, né viltà. Saluti di buon lavoro.

P.S.
Se davvero la Binetti e affini verranno espulsi, prenderò la tessera del partito.

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