Circa cinquantamila persone; le pietre di un selciato da risistemare; mezza foglia accartocciata dello scorso autunno; un ufficio postale che vende cessioni del quinto; un quarto assessore della città metropolitana di Firenze; una puttana scalza che girovaga in cerca di un cliente; gente indaffarata che sa bene quello che deve fare, ma non sa il perché; una tessera stracciata di un partito che non c'è; gli echi lontani della lotta trasformata in running lungo l'argine del Vingone; il mercato settimanale degli stracci del Bengala; una cornacchia dal becco che s'infila nelle pieghe dell'asfalto; un ciliegio immaturo; un premio letterario organizzato dalla biblioteca comunale, tema di quest'anno: il futuro del lavoro, lavoro del futuro; primo premio: il prestito a tempo indeterminato dei Grundisse; un egiziano che passa le ore a un semaforo mostrando un cartoncino con scritto ho fame e che però se gli offri qualcosa da mangiare, lui, con accento da via Tuscolana, risponde: «Preferisco du' spicci».
4 commenti:
Certo che la descrizione è straordinaria. E anche se non sono un intenditore, però mi piace leggere e più trovo scorrevole la lettura e accattivante più mi stimola a leggere più penso che chi scrive sia un vero scrittore, non so se la mia opinione sia quella giusta, ma lo è per me. Peccato che molti degli scrittori che hanno successo, per fortuna non tutti, sono quelli che non lo fanno per mestiere, perché fanno altre cose, ma sono solo famosi, è logico che lo sono in altri campi. E che se scrivono bene, lo fanno la maggior parte, perché si fanno aiutare da chi sa scrivere. Scusami se parlo di un tema fuori dal contesto che tu hai proposto.
Domenico
Grazie Domenico.
Niente è fuori contesto, anche perché il testo stesso non ha un contesto preciso ma segue una suggestione legata a un luogo, al nome, a parte della sua storia.
Vero scrittore? Mi piace più dirmi "scrivente", inteso come verbo, come qualcuno che "partecipa", prende parte alla scrittura, in breve: un semplice "blogger".
Saluti
Per la fluidità della narrazione, lo (ri)classificherei tra i piccoli racconti improvvisi, quelli che ho sempre apprezzato passando di qua, quand'ero ancora l'AlterEgo di me stesso.
Fatto. Grazie Alter Jack (ex Ego).
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