« Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un telegramma dall’ospizio: “Madre deceduta. Funerali domani. Distinti saluti.” Questo non dice nulla: è stato forse ieri.
L’ospizio dei vecchi è a Marengo, a ottanta chilometri da Algeri. Prenderò l’autobus delle due e arriverò ancora nel pomeriggio. Così potrò vegliarla e essere di ritorno domani sera. Ho chiesto due giorni di libertà al principale e con una scusa simile non poteva dirmi di no. Ma non aveva l’aria contenta. Gli ho persino detto: “Non è colpa mia.” Lui non mi ha risposto. Allora ho pensato che non avrei dovuto dirglielo. Insomma, non avevo da scusarmi di nulla. Stava a lui, piuttosto, di farmi le condoglianze. Ma certo lo farà dopodomani, quando mi vedrà in lutto. Per adesso è un po’ come se la mamma non fosse morta; dopo il funerale, invece, sarà una faccenda esaurita e tutto avrà preso un andamento più ufficiale. »
Albert Camus, incipit de Lo straniero, (traduzione di Alberto Zevi, Bompiani editore).
«Voglio ricordare come nel 2021 il presidente Tebboune abbia conferito alla memoria di Enrico Mattei la medaglia di amico della rivoluzione algerina». Dal discorso di Mario Draghi
2 commenti:
Non capisco cosa volevi dire con quel pezzo scritto da Camus e con quello che ha detto Draghi, se lo spieghi capisco anche io cosa , in fondo anche tu, a modo tuo, come i tuoi colleghi blogger, fai in formazione, ma non tutti ti capiscono (come si dice) a volo, per cui aspetto una tua spiegazione, sempre se vuoi, ok?
Osvaldo
Non so se prendere come complimento o come offesa il tuo credere che io faccia informazione. Casomai, gentile Osvaldo, la mia aspira essere un'informazione oracolare: "l'oracolo di Delfi non dice né nasconde: accenna". Una roba così, insomma.
comunque...
ho collegato "Lo Straniero" al fatto che è ambientato ad Algeri, così come è ambientato ad Algeri l'epilogo del governo Draghi. E quella frase - io nominare Mattei - non so quanto gli abbia portato bene.
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