Negli spazi di vita sospesa
gioco a tennis senza rete
con le mie palle sgonfie
e faccio ace al vuoto.
Passa un bombo e mi sembra
sia contento di posarsi
sul viola dei fiori di rosmarino
per succhiare a più non posso.
E io invece dove mi poso
nelle pause della sospensione?
Quante cose avrei in animo di fare
e invece non faccio niente.
I sonnambuli potrebbe risultare
la lettura più indicata proprio ora
se non fossi disgregato già di mio
dai valori che propinano in tv.
Cammino sovente nella notte e,
a occhi chiusi, trovo il bagno e
orino e sto cinque minuti seduto
finché la testa mi ciondola sul muro.
La vita è bella è un predicato
senza copula, dicono i grammatici
stanchi di fare correzioni a una lingua
che, come una sirena, veicola paura.
Sicché non parlo: motteggio
quartine indipendenti, scarne,
senza rime perché non ho voglia
di cantare, solo di sputare un po'
di parole fuori dalla mascherina.
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