Dopo un marzo e un aprile di corsette semiclandestine, tra boschi, campi d'orzo e segale, senza tracciamenti (mettevo corsa indoor al Garmin, 'nto culu allo stateacasa dello Sburroni & C.), maggio è stato un mese in cui ho ripreso a correre in modo abbastanza regolare, in ciclopedonali pubbliche pianeggianti (i miei percorsi preferiti) o anche in saliscendi collinari intorno casa. Poca roba: tre, cinque, sei, sette, otto, nove e, ieri, 31 maggio, ho ritrovato i dieci chilometri di corsa filata, di buon passo (5'10" di media al km), senza troppo affanno e quindi, ecco, lo racconto perché queste piccole imprese inutili hanno un carattere prettamente bloggheristico: vanno narrate, non devono restare confinate in una bella sudata, una doccia, la sete, la fame e il sonno della ragione.
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Anch'io, certe volte, nelle mezze stagioni, indosso un giubbotto a mezze maniche, arancione; anch'io ho i baffi ma non sono un generale in pensione: sono un pappamagro.
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È morto Christo: le ceneri saranno disperse qui perché anche gli dèi periferici hanno diritto a camminare sulle acque.
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Il Presidente nel bunker della Casa Bianca: non succedeva dai tempi di Homeland.
(Chissà che taglio narrativo daranno le serie tv americane di questi giorni di ribellione: molto in voga, negli ultimi anni, il racconto del riscatto borghese dei neri perbene, alla Michelle Obama o altri affermati personaggi dello spettacolo. Come scrive Olympe de Gouges: al netto di quanto potrà durare lo scontro tra ribellione e repressione, prima di vedere rivoluzionati i rapporti di classe, saranno concesse brioches e Lamborghini in leasing pur di mantenere in piedi l'assetto sociale della baracca borghese).
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