Basta, vorrei parlare di altro o di Alberto
anche se non lo conosco di persona
è solo un nome che rammento spesso
dato che comincia con la A
giacché non posso partire da Alfredo
dare sempre la colpa a lui, povero ragazzo,
che mi fa sciupare tutte le occasioni.
Sicché io, lo confesso, in un momento
di scarsa ispirazione poetica
e abbondante frantumazione testicolare
chiedo ufficialmente alle autorità competenti
che mi sia fornita una consulenza gratuita
con un andrologo, per ricomporre il puzzle
del mio essere, almeno il quinto quarto
per infarinarlo, passarlo nell'uovo,
e friggerlo, come le granelle.
Io non sono un illuminato: mi spengo
spesso, così consumo meno lume ontologico
per rispondere alle testedicazzo che non vogliono
capire, agli antifascisti della terza ora
che sono favorevoli alle chiusure,
alle restrizioni, ai divieti,
agitati da paure primordiali,
gente che parla al noi dicendo che «siamo
indisciplinati», «non rispettiamo le regole»
e si rivolgono alle pagine facebook dell'autorità
lacrimando come prefiche a gratis.
Ma chi è quel noi? Voi?
E se siete voi, che cazzo rompete le palle
a me?
Questa abitudine malsana di parlare per gli altri
vi andrebbe estratta senza anestesia,
come il giudizio.
4 commenti:
quando sei immediato, secondo me dai il meglio
e io ti ringrazio, perché i tuoi complimenti alimentano l'immediatezza :-)
Prima però scrivevi meglio. Questa non è una poesia ma un semplice sfogo. La pandemia ti ha fato perdere oltre che la pazienza ( è non sei il solo) ma anche l’arte di poetizzare. Speriamo in momenti migliori.
e non è
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