«Ho perso di vista l'interesse comune», sentenziò Enza Paola agli altri astanti in attesa come lei di entrare all'ufficio anagrafe. «Roma è fottuta per bene e io mi domando con che faccia uno possa continuare a esserne sindaco».
«A culo», rispose un'anziana signora con voce squillante, nonostante lo straccio umido davanti alla bocca.
Strade con voragini, immondizia ovunque, gente mascherata e inospitale, negozi chiusi o sostituiti da catene di negozi uguali in tutto il mondo, senz'anima de li mortacci sua.
Che senso ha Roma? Ha senso per un capo gabinetto ministeriale, forse, con cinquemila e passa euro al mese di stipendio e la faccia da mentecatto messo di lì dai ras di turno che seggono in parlamento.
Il mondo in genere, l'Italia in particolare, Roma soprattutto è fatta per far sopravvivere la feccia. Con gli applausi della gente impaurita.
«Signora, che numero ha?».
«Il 32 dicembre».
«Ah, allora tocca a lei».
«Sì, ma che je dico all'impiegata? Che non voglio essere più italiana?»
Mica facile. È più facile dimostrare di non essere nati, che non essere nati qui.
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