« Anche se ogni giorno una persona prende degli ordini in silenzio da un superiore incapace e incompetente e, in modo formale, mette in pratica degli atti che privatamente trova ridicoli; anche se un individuo, capace di intendere e di volere, risponde senza esitare a questionari in modo opposto alle sue reali opinioni [per esempio firmando un consenso informato senza informarsi, oppure informandosi e vedendo palesi incongruenze, assurdità, impossibilità oggettiva di rispondere in modo consapevole e libero] e pertanto è disposto a firmarli lo stesso negando il proprio pensiero in pubblico; anche se, tale persona, non vede difficoltà a fingere simpatia o anche affetto là dove, in realtà, prova solo indifferenza o avversione, non significa comunque che abbia perso del tutto l'uso di uno dei sensi umani fondamentali; il senso della dignità.
Al contrario: anche se non ne parlano mai, le persone hanno un’opinione piuttosto elevata del prezzo che hanno dovuto pagare per la pace e la tranquillità esteriori: l'umiliazione permanente della loro dignità umana. Meno resistenza diretta gli oppongono – confortandosi con lo scacciare tale questione dalla loro mente o fingendo di credere che non abbia importanza; oppure semplicemente stringendo i denti – più profonda l'esperienza di tale umiliazione si incide nella loro memoria emotiva. L'essere umano che reagisce può dimenticare l’umiliazione rapidamente, ma l'essere umano che tollera a lungo di essere umiliato, deve ricordarlo a lungo. In realtà, quindi, nulla resta dimenticato. Tutta la paura che ha sopportato, la dissimulazione a cui è stato costretto, tutte le buffonate dolorose e degradanti e, peggio ancora, la sensazione di aver mostrato la propria codardia, tutto questo si deposita e si accumula da qualche parte nel fondo della nostra coscienza sociale e personale, e silenziosamente fermenta.
È chiaro che questa non è una situazione salutare. Se non trattati, gli ascessi suppurano; se il pus non può fuoriuscire dal corpo, la malattia si diffonde in tutto l'organismo. L'emozione umana naturale, la propria dignità umana, si deforma gradualmente in un crampo malato, in una sostanza tossica non dissimile dal monossido di carbonio prodotto da una combustione incompleta.
E allora non c'è da stupirsi che, quando la crosta si spezza e la lava della vita esce fuori, noi [vulcani minimi] sentiamo l’urgenza di correggere vecchi torti, ricerchiamo verità e forme corrispondenti ai bisogni della vita, senza nascondere i sintomi di odio bilioso, di ira vendicativa e un desiderio febbrile d’immediato risarcimento per tutta la degradazione sopportata [dagli arresti domiciliari all’andrà tutto bene, dalle zone colorate al coprifuoco, dal certificato verde all’obbligatorietà di un trattamento sanitario inefficace per ottenere l'immunità di gruppo e, in certi casi, dannoso]. »
6 commenti:
Ho la fortuna di abitare a poche centinaia di metri dal mare e quindi non ho necessità o occasione di frequentare piscine. Per questo scopro solo adesso che per entrare in piscina è necessario il green pass. Tutta la mia comprensione per la tragedia epocale ma vorrei ricordare che, anche prima del covid, esistevano sistemi di coercizione, di degradazione, di schiavitù che stranamente non suscitavano l'indignazione dei difensori delle libertà costituzioneli: l'obbligo inaudito di lavarsi i piedi, ad esempio.
è vero che anche prima del covid, esistevano sistemi di coercizione, di degradazione, ma questo non è un valido motivo per aggiungerne altri e di inutili
Il green pass forse è inutile ma non ha ammazzato nessuno. E certamente aggiungere una cosa inutile è pratica inconcludente e futile. Però coinvolgere, in questa denuncia di futilità, Canetti, Havel, Hobbes, Jünger, Kafka, Kundera, Melville, Rousseau, Sofocle e Verri mi sembra, come dire?, al di sopra delle righe. E sopra le righe spesso si annida il ridicolo.
È in virtù (o in vizio) di tali autori e di tali letture che ravviso la necessità di sfiorarlo, perché l'inequivocabile maniera in cui la prepotenza del Potere oggi si manifesta è sotto le attuali forme e coercizioni: che tu non le percepisca, Principe, beato a te e a tutti i silenti indifferenti con il marchio in tasca contenti di mostrarlo anziché no. Io invece ne patisco e soffro, radicalmente. Se hai una cura diversa dalla "punturina", parlane, sennò non importa, e morta qui.
Io la prepotenza del Potere la vedo nei tre morti sul lavoro ogni giorno, nei cinque milioni che vivono in stato di povertà assoluta, nei braccianti agricoli immigrati pagati 5 euro all'ora, nel caporalato, in quelli che d'inverno muoiono di freddo intorno alle nostre stazioni ferroviarie e di caldo nei campi dei nostri pomodori d'estate. E invece dovrei solidarizzare con qualche filosofo che rifiuta di vaccinarsi "per una questione di principio" o commuovermi per qualche intellettuale spaventato a morte dalla "punturina". Io non patisco ferite al mio orgoglio se devo mostrare un green pass e non ne faccio un dramma epocale. Ma vorrei che si mostrasse eguale sdegno, e vorrei leggere un post, uno solo e non venticinque, per un operaio morto bruciato vivo dall'acciaio fuso o sfracellato al suolo dall'impalcatura del quinto piano, per un marinaio annegato perchè in mare la sicurezza dipende dagli armatori e non dai governi ladri. E se questo non riesco a spiegarlo allora sì. sono d'accordo, la discussione sia morta qui.
Condivido l'opinione del principe. La pandemia non l'ha portata il malgoverno, ma le morti sul lavoro, la povertà in molte parti dell'Italia e tante altri fattori dannosi come persone che ancora non hanno una casa pur avendo tutte le carte in regola, handicappati che non possono circolare, malati terminali che non hanno la giusta assistenza, una parte abbondante di sottosuolo italiano avvelenato da prodotti chimici pericolosi che portano malattie e morte e tanto ancora la lista è lunga e purtroppo conosciuta da tutti. Ma i novax si ribellano contro un vaccino salva-vita. Cmq c'è libertà di opinione ed è giusto esprimerla. Però questa non la si può condividere.
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