domenica 20 marzo 2016

Belen, ti sei accorta



Ho osservato attentamente il labbro superiore di Belen Rodriguez e, signori della giuria, posso dichiarare che mi fa effetto, perché mi dà l'idea che, da un momento all'altro possa non tanto esplodere, quanto decomporsi, ciondolare come una proboscide e rimanere giù sospeso e inerte finché una mano amica, che ne ha pena, lo riavvolga e cucia. 

Non ha importanza qui stabilire se sia un labbro naturale o siliconato, né sindacare se sia bello o brutto, sexy o ammosciante. Il punto è che, ad una scrupolosa osservazione, esso sembra avere al suo interno come una specie di bolla d'aria o d'acqua che lo rigonfi or qui or là, or su or giù, a seconda della movenza della bocca, della smorfia, della parola detta, del sorriso o del disappunto della proprietaria. Tal labbro, insomma, mi pare costituisca una variabile indipendente dalla bocca, che non le appartenga, che stia sospeso come una carta moschicida sulla quale rimangono intrappolate le occhiate, dimodoché queste non codifichino al cervello dell'osservatore il labiale della showgirl, possa nel caso ella aver detto una cazzata a mezzavoce. 
Infine, ultima similitudine, stasera da Fazio, a un certo punto ho avuto la netta impressione che quel labbro fosse una livella da muratori, quelle che servono per far venire i muri su belli dritti (ho detto i muri), e che dentro d'esso ci fosse precisa quella goccia d'acqua che, per mostrare la giustezza della costruzione, dovrebbe restare immobile, formare una linea orizzontale, perpendicolare all'asse sul quale poggia il piano. Ma niente: dentro quel labbro la goccia era sempre in tumulto, in agitazione, onda su onda, alla deriva, in balia di una sorte bizzarra e cattiva. 

Nessun commento: