Una conseguenza dei cambiamenti kulturali che er webbe ha determinato è il crollo delle vendite dei quotidiani di carta. Certo, esiste sempre uno zoccolo duro di lettori che non può fare a meno del fruscio mattutino e si reca in edicola ad acquistare la mazzetta. Ma non basta. [*]
Resistono in pochi. Molti di quei pochi hanno il bilancio in rosso, risollevato dalle entrate pubblicitarie e dal finanziamento pubblico all'editoria.
Ma ora, voilà, abracadabra.
Grazie a Julia Cagé, una sexy maga economista, tailleurino nero e golfino rosso, pollice e indice a sollevare la gravità della pensata, è arrivata la soluzione per «Salvare i media: capitalismo, crowdfunding e democrazia». O ciucciate le nespole, rosiconi economisti che non ci avete pensato prima, voi che pensavate bastassero giornali interamente online pieni di banner rompicoglioni per far scrivere articolesse a giovani e meno giovani illusi che la firma posta in calce possa dar lustro alle loro frasi messe in fila per far numero ad maiorem Dei gloriam.
Julia Cagé: lei sì che è una genia della lampada.
- Ma chi l'ha strofinata, la lampada, e da essa fatta uscire?
«La proposta [di Julia Cagé] ha il merito di essere ambiziosa, per quanto susciti alcune critiche fondate, e si pone come un paradigma per l'editoria del XXI secolo. Un po' come Thomas Piketty, compagno della Cagé, ha fatto con la sua teoria rivoluzionaria su capitalismo e aumento della forbice tra ricchi e poveri.»
Riscrivo perché non avete letto bene, ne sono sicuro:
«Un po' come Thomas Piketty, compagno della Cagé, ha fatto con la sua teoria rivoluzionaria su capitalismo e aumento della forbice tra ricchi e poveri».
Bene, adesso se proprio non volete tirare due o tre madonne secche che poi vi vanno di traverso, fate come me: prendete le forbici[ne] e datevi una spuntatina ai peli pubici perché dopo la teoria ci vuole anche un po' di pratica: rivoluzionaria.
________________
[*] Qui uno spassoso Phastidio sbertuccia gli ultimi brandelli di giornalisti zombi che pubblicano editoriali.
5 commenti:
giusto su repubblica si possono leggere simili stronzate, e poi dicono di noi blogger …
però, bella gilf. dài.
Come dire ... una coppia di genii. Rivoluzionari, ça va sans dire ...
@ Marì.
L'acronimo "gilf". G sta per... ?
Bene, arrivato a "Piketty", io le madonne secche invece le ho tirate, subito, anche più di tre invero, e forti, e devo dire, con soddisfazione, che non mi sono andate di traverso per niente.
Ed anche adesso, a rileggerlo, dopo ogni "Piketty" mi riparte la salva.
Appena possibile, per sovrappiù, i peli pubici (e pallici..) me li raserò del tutto, che le rivoluzioni mica si fan con le forbicine... ;)
Posta un commento