«Ma quel che conta è che stasera tanti cittadini italiani si sentiranno meno soli, più comunità. Ha vinto la speranza contro la paura. Ha vinto il coraggio contro la discriminazione. Ha vinto l'amore.»
C'erano tre partite: ha vinto il Speranza contro la Paura e anche il Coraggio contro la Discriminazione. Ma anche l'Amore ha vinto. Contro chi non è dato sapere.
Facciamo delle ipotesi.
Contro l'odio? Ma che scherziamo? Non si è visto neanche volare uno schiaffo a palazzo Madama. Contro l'indifferenza? Maremma impestata: sono settimane che il cognome "Cirinnà" (sia detto col massimo rispetto nei confronti della solerte senatrice) tintinna come campana a morto sulle palle della pubblica opinione. Giuro che l'ho persino captato in un dialogo tra un benzinaio e un camionista mentre facevo rifornimento:
- Allora, che ne pensi della Cirinnà?
- La maiala di to mà.
Chi giocava, dunque, contro l'amore? I settantuno senatori che hanno votato contro il disegno di legge? O quelli che sono usciti dall'aula? O qualcosa di più (o di meno) comunque diverso, qualcosa che, in realtà, non è un avversario dell'amore, non lo osteggia o contrasta, anzi: lo favorisce e agevola...
È il figliodiputtanesimo, gran squadra materasso, quella che entra in campo con il compito precipuo di risollevare il morale perduto della squadra avversa in difficoltà da diverse giornate, soprattutto quando queste difficoltà pertengono a specifiche ruggini dello spogliatoio. Arriva il figliodiputtanesimo e riesce nel miracolo: ungere, ungere a fondo, sì che gli attriti vengano meno e la compagine si ricomponga.
I cazzi in culo, quando sono messi a piombo, fanno camminare tutti dritti in fila perbenino.
1 commento:
Dupalle!
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