E sicché i sacerdoti cattolici che hanno allungato mani, lingue e cazzi sui poeri pueris dal '68 in poi è stato per colpa
della fisionomia della Rivoluzione del 1968 [e del] fatto che la pedofilia sia stata diagnosticata come permessa e conveniente.
Bravo Benedetto XVI, ti venisse un collasso teologico pure a te!
[Ma se prima del '68 la pedofilia era proibita e sconveniente, ai preti che la praticavano e venivano colti in fallo (!), che succedeva? Gli bruciavano il pelo pubico nella pubblica piazza?]
Ma il passaggio del "lungo" articolo in cui la perfidia dell'emerito si dimostra più stupefacente è, a mio avviso, questo:
Ma il passaggio del "lungo" articolo in cui la perfidia dell'emerito si dimostra più stupefacente è, a mio avviso, questo:
Sul finire degli anni ’80 e negli anni ’90 la crisi dei fondamenti e della presentazione della morale cattolica raggiunse forme drammatiche. Il 5 gennaio 1989 fu pubblicata la «Dichiarazione di Colonia» firmata da 15 professori di teologia cattolici che si concentrava su diversi punti critici del rapporto fra magistero episcopale e compito della teologia. Questo testo, che inizialmente non andava oltre il livello consueto delle rimostranze, crebbe tuttavia molto velocemente sino a trasformarsi in grido di protesta contro il magistero della Chiesa, raccogliendo in modo ben visibile e udibile il potenziale di opposizione che in tutto il mondo andava montando contro gli attesi testi magisteriali di Giovanni Paolo II (cfr. D. Mieth, Kölner Erklärung, LThK, VI3,196).
Papa Giovanni Paolo II, che conosceva molto bene la situazione della teologia morale e la seguiva con attenzione, dispose che s’iniziasse a lavorare a un’enciclica che potesse rimettere a posto queste cose. Fu pubblicata con il titolo Veritatis splendor il 6 agosto 1993 suscitando violente reazioni contrarie da parte dei teologi morali. In precedenza già c’era stato il Catechismo della Chiesa cattolica che aveva sistematicamente esposto in maniera convincente la morale insegnata dalla Chiesa.
Non posso dimenticare che Franz Böckle - allora fra i principali teologi morali di lingua tedesca, che dopo essere stato nominato professore emerito si era ritirato nella sua patria svizzera -, in vista delle possibili decisioni di Veritatis splendor, dichiarò che se l’Enciclica avesse deciso che ci sono azioni che sempre e in ogni circostanza vanno considerate malvagie, contro questo egli avrebbe alzato la sua voce con tutta la forza che aveva. Il buon Dio gli risparmiò la realizzazione del suo proposito; Böckle morì l’8 luglio 1991. L’Enciclica fu pubblicata il 6 agosto 1993 e in effetti conteneva l’affermazione che ci sono azioni che non possono mai diventare buone.
Ebbene, emerito Benedetto XVI, mi consenta una domanda: tra le azioni che non possono mai diventare buone rientrano anche quelle, provvidenziali, del «buon Dio» che risparmia la realizzazione dei propositi di coloro che ci contraddicono e/o contrastano, in pratica dei nemici della vera fede, dato che Dio riconosce sempre i "suoi"?
4 commenti:
aho muore giovane chi è caro agli dei. questo, me pare, è precristiano.
e quanto ai cristiani è lapalissiano che dio quanno t'ammazza te fa solo che un piacere.
(taa do io a teologgiamorale a te)
Ehm, Luca. Potresti riformulare la domanda in una forma meno contorta?
Se fossi capace di teologia diritta, mi sarei fatto prete.
Comunque: secondo Ratzinger, se l'enciclica Veritatis Splendor fosse stata pubblicata quand'era in vita, il teologo morale Böckle si sarebbe incazzato di brutto tanto da fare un polverone; tuttavia, morì prima e i teologi morali ebbero un "campione" in meno per controbattere all'enunciato principale dell'enciclica - "ci sono azioni che non possono mai diventare buone".
Ora, dato che la morte anticipata del Böckle, sempre secondo Ratzinger, è da attribuire alla provvidenza del "Buon Dio", chiedevo se l'azione divina, benevola per la coppia Wojtyla e Ratzi, malevola per il Böckle, può essere giudicata con lo stesso metro stabilito dalla Veritatis Splendor.
P.S.
M'è venuto il torcicollo.
Grazie. Non ti preoccupare per il torcicollo: è solo la reazione del "legno storto" che cerca di raddrizzarsi.
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