mercoledì 3 aprile 2019

Faccia

La mia faccia, la mia faccia, onestamente, quando vedo la mia faccia vedo una faccia senza, una faccia insensata, una faccia che non ha, che non ha espressione, non dico una faccia brutta ma una faccia che non ha un senso, che non esprime, che non ha un non so che, bensì ha un so benissimo che, una faccia che sembra una faccia cancellata, una faccia che vedo il naso ma non è un naso, è un coso, boh, e il mento è un mento che non sa mentire, e gli zigomi che sporgono e si ritraggono al contempo, le labbra che si vanificano a ogni stato d'animo e che l'indifferenza riduce a una sottile linea rosa.
Una faccia sfacciata che lo specchio riproduce infedelmente, come un registratore la voce che non è esattamente la stessa da quella che si sente mentre si parla e perciò stesso, la propria voce riprodotta, riproduce alterità, un io che non è sé stesso, ma un altro, così la faccia, quella che vedo allo specchio non sarà mai la stessa che vedono gli altri, perché gli altri occhi vedono una faccia diversa da quella che vedono i titolari, e la interpretano, quasi sempre in modo equivoco, che fossilizza la faccia in un stereotipo, molto spesso della persecuzione o del vilipendio, ed è per questo che chi tiene quella faccia si sente perseguitato o vilipeso, e siccome gli altri, che come diceva un francese del secolo scorso, sono l'inferno, ecco che ci sono giorni in cui vorresti cambiare faccia per non essere riconosciuto, per ritornare a far parte degli altri, del gruppo di coloro che guardano piuttosto che essere guardati, di coloro che puntano piuttosto che essere puntati, additati, riconosciuti come faccia che non va, che non rientra, una faccia che eccede e cede la propria differenza in nome della faccia universale, la sola in grado di far fronte alle più temute avversità dell'umana inquietudine, della preoccupazione di essere in difetto, l'unica faccia che consente di sentirsi sicuro di sé in ogni occasione e momento: la beata, la sfrontata, la candida in quanto candidabile, l'immarcescibile faccia a.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E menomale che all'inizio scrivevi che la tua faccia sembrava insensata, cioè priva di senso ... ma poi ci hai scritto quasi un romanzo. Perciò dico che ci vuole una bella faccia a scrivere tutto ciò che hai scritto. Così dimostri che quando si ha grande spirito di osservazione anche sulla propria faccia si può scrivere... e tanto. Non so se sei sposato, ma non farlo leggere a tua moglie...potrebbe ripensarci...guardandoti bene in faccia.
Tranquillo sto solo scherzando.
Sappi che mi diverto tanto a leggerti.