sabato 16 maggio 2020

I giardini di maggio

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Sono ubicato, come tutti (o quasi), anche se a volte ambirei a essere un passeriforme migratore, per capire le divergenze tra gli stati e le latitudini su ciò che è consentito o non consentito fare per sottovivere ubriacati dal proprio alito intrappolato dalla mascherina.

- Non superi la linea, per favore.
- Segua il percorso.
- Qui c'è l'igienizzante.
- Indossi i guanti.
- Una persona per volta.
- Faccia attenzione.
- Rispetti la distanza.
- Prenota con saltalafila.
- Ordina online e ritira senza mordere la coda.
- Quant'è?

***
Giorno del mercato in piazza, ci sono due banchi vendita, due. Uno di dolciumi, l'altro di pesce fresco. E mentre il pesciaiolo mi taglia due fette di smeriglio, passa un giovane di colore, con la mascherina abbassata e un pezzo di pizza tra i denti, a chiedere a gesti due soldi di elemosina. Bravo, non si parla con il boccone in bocca.

***
Il grigio del cielo tiene l'ultimo terzo di tarda primavera a freno. La luce del verde, sebbene potente, si attenua. Sembra di nuovo marzo, con i giardini chiusi dal nastro bianco e rosso delle autorità. Che anno è, che giorno è. Organizzare la vita fuori dal capitale è ancora impensabile, quindi impossibile. Il medium denaro è ancora al centro di ogni discorso politico, economico e sociale. In fondo, tutto intorno (fuori e dentro di noi) si rapporta a esso, persino l'aria. E l'Organizzazione Mondiale della Sanità non si è mai pronunciata, né tantomeno ha mai imposto linee guida, per lottare contro la più subdola delle pandemie. 

3 commenti:

Francesco ha detto...

io ho pagato il pranzo al supermercato (circa 3.70 euro) col bancomat

Luca Massaro ha detto...

e dove lo hai mangiato, per strada?

Olympe de Gouges ha detto...

Luca, sei mejo de mogol (seriamente)

3.70 euro un pranzo? vengo a vivere anch'io da quelle parti