Volevo scriverlo ieri sera, poi me ne sono dimenticato, perché viviamo in un Grande Paese ove è facile distrarsi, basta un attimo. Ma stasera, mentre mi sto grattando un occhio con un gomito, m'è venuto in mente che ieri sera sono incappato nella conferenza stampa del Presidente del Consiglio dei Ministri, tenuta nel cortile interno di Palazzo Chigi e, di essa, quello che volevo appuntarmi, come un chiodo sulla punta dell'uccello, è stato vedere il portavoce e capo dell'ufficio stampa del capo del governo, leggere (a gambe divaricate) l'elenco dei nomi dei giornalisti accreditati e autorizzati a porre domande al Presidente Conte, con un piglio e una fonazione da presentatore del Festival di Sanremo, perché come a Sanremo non contano i cantanti ma chi li seleziona e li annuncia al pubblico.
Si dirà: le misure precauzionali per mantenere il distanziamento sociale hanno imposto a Rocco Casalino l'uso del microfono. Può darsi. Tuttavia, nessuna ragione gli imponeva di stare sul palco: una voce fuoricampo bastava e magari non importava che fosse proprio la sua.
3 commenti:
Scusami se esco fuori tema ma mi ha incuriosito la frase in cui scrivi “mi sto grattando un occhio con un gomito,” ma di chi era quel gomito? Tuo?
Se così è hai un corpo super articolato. Insomma sei una sorta di contorsionista? Bravo
Gentile Anonimo,
a) ahimè, non sono un contorsionista, altrimenti ne approfitterei per chiudermi dentro la valigia dei ricordi e viaggiare nel tempo;
b) quindi il gomito non era il mio, ma uno caso, forse quello del presidente del consiglio: mi ha ispirato vederlo salutare in convenuti a palazzo dandosi di gomito e così,
c) ho utilizzato tale similitudine memore del monito che madre e zia, quand'ero piccolo, solevano dirmi nelle occasioni in cui l'allergia al polline e alle graminacee mi provocava un intollerabile prurito agli occhi - e io me li grattavo con le dita fino a farmeli diventare delle ciliegie. "Gli occhi si grattano con i gomiti", mi dicevano e io, per quando mi sforzassi, non riuscendoci, mi rifugiavo nei loro che scappavano via.
Caro Luca, scusa la confidenza, ma ti leggo da tanto che ho azzardato una confidenza non autorizzata, sono un tipo di altri tempi scampato per il momento a questa pandemia, e spero di continuare così, ma immaginavo una storia quasi simile, praticamente un modo di dire nel tuo ambiente familiare di un tempo.
So che sei, come tanti, critico sulle decisioni prese da chi ci governa, Io no, anzi si, su alcuni impedimenti , ai quali, credo, come tutti quelli come me, devono dei ringraziamenti, per essere ancora qui, ma su quelli economici, se fossero applicati, forse non avrei nulla da dire, ma sono solo parole, per il momento, tanti stanno per fallire e loro emettono leggi e regole ma soprattutto aiuti che pochi vedono. E la rabbia, a buon ragione, cresce.
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