«Le vostre parole siano parche», disse uno da un palco, mentre sotto volavano porche.
«Ma perché ci devono prendere così tanto per il culo?», domandò un passante lungo la linea gotica.
«Che cosa vi abbiamo fatto di male?» aggiunse un dritto ed ebbe risposta, a rete, dal nuovo Direttore in persona, il Sambuca.
«Niente. Siamo noi che, per sopravvivere, qualcosa dobbiamo pur fare. Ad esempio: scrivere titoli del cazzo, utili per sondare il terreno della sopportazione popolare. Soprattutto: giorno dopo giorno, cerchiamo di indirizzare odi verso determinati settori, finché non troviamo la categoria giusta sul quale convogliare un consistente biasimo popolare che consenta l'ennesima grande distrazione: trovare a chi dare la colpa è un compito ingrato, sì, ma necessario, perché ci permette, allo stesso tempo, di tirare avanti facendo finta di fare informazione e di dare i consigli giusti per un'efficace azione di governo».
«Vaffanculo».
«Non funziona più. Ha funzionato una volta, in modo dirompente. C'è chi ci credette - e non furono pochi. Adesso non ci credono più neanche loro, ma loro sono lì, sott'olio, dentro la scatola di tonno e infatti chiedono di diventare superministri all'ecologia come Alfonso Pecoraro Scanio».
«Che merde secche! Ci piacerebbe pestarle per sentire lo splash.»
«Lasciate perdete, dormite, sognate forse: la piattaforma russò».
2 commenti:
non c'è che dire che questa gente qua ti sta proprio sul cazzo, a me stanno tutti allo stesso punto visto che tutti governano allo stesso modo... da merde... per cui non voglio essere ingiusto e farei splash anche con loro
ma certamente!
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