Sono diventato uno specialista nel lasciare a mezzo, spesso a un terzo, film ed episodi di sceneggiati che l'immane offerta televisiva propone. Sono così noiosi, così scontati, così insopportabili che lasciarli lì sospesi, non visti per intero, è il solo giudizio di cui sono capace tributare a tale merce d'intrattenimento.
Ultimamente, ho stoppato due agenti del kgb mezzi nudi in procinto di scopare, sopra un tavolo basso, accanto a comodo divano. Chissà se sono ancora lì, nudi, affamati l'uno dell'altra tanto quanto io ho voglia di digiuno.
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Ogni tanto mi soffermo a guardare i pochi LP che restano incastonati nella libreria, inascoltati oramai da decenni se non nella riproduzione di youtube o altre piattaforme. Stasera ho indugiato a lungo su Rimmel per contemplare il ritratto di donna sullo sfondo a righe bianco e nero, il carcere del mio cuore. I capelli raccolti, lo stesso colore, lo stesso taglio della mandibola, lo stesso sguardo a occhi socchiusi che indugiarono solo un attimo per dire addio - e poi me lo dissero: e qualcosa rimane tra le pagine chiare, le pagine scure...
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Le riunioni online, per quanto comode sotto l'aspetto logistico - e per quanto utili per assentarsi senza doversi giustificare, andare in bagno, orinare e tirare lo sciacquone con il microfono spento - mi hanno rotto i coglioni.
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Quale sarà il ministro del nuovo governo Draghi che offrirà da bere le proprie lacrime al pubblico in diretta tv?
1 commento:
e i sottosegretari no?
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