C'è stato un momento, durante il giorno, in cui abbiamo
creduto possibile spegnere la luce, mettersi a sognare al sole,
sdraiati sulla banchina erbosa di una strada di campagna
con poca circolazione e molti viavai aerei di passeriformi
ghiandaie, colombi e insetti vari che, di solito,
non si fidano dei nostri respiri. Abbiamo divagato
cercando di allineare i diversi orizzonti in modo
da formare due rette parallele coi nostri occhi in mezzo
facendoli rimbalzare sulle linee sino all'infinito:
un infinito per finta, immaginato durante il momento
del giorno in cui abbiamo sentito dentro noi, senza
che nessuno la pronunciasse, la parola amore
percorrere i nostri corpi alla maniera di formiche,
le stesse che adesso ci solleticano anche troppo
e ci costringono ad alzarsi, darsi una scossa ai vestiti
risalire in auto e ripartire in silenzio come se niente
fosse accaduto se non nei nostri sogni da sdraiati
su una banchina erbosa di una strada di campagna.
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