venerdì 6 agosto 2021

Diecimila passi

Da quando ho il contapassi, conto i passi a fine giornata e se non raggiungo almeno diecimila mi rammarico. Voi riuscite a parlare o a scrivere di qualcosa, mentre pensate a qualcos'altro? Io conto passi per non pensare, per concentrarmi su Alberto Giacometti e per rammaricarmi di non aver aperto una bottega d'artista, per fare che? niente, gli artisti possono stare anche senza far niente, basta essere liberi, liberi veramente nel profondo, legati a poco più che un'elemosina, un caffè e un sorriso della ragazza che te lo fa. 
«Ehi amico, come va?», mi dice il signore nero che da un anno e mezzo si posiziona davanti al supermercato, un tipo pacifico, un po' sovrappeso, ma dalla faccia buona e non insistente. «Come vogliono che vada», ho risposto, oggi, con un filo d'amarezza. Lui l'ha notato e, molleggiando un po' sulla sua posizione da corazziere senza divisa e pennacchio, ha allargato le braccia e si è messo a ridere. 
Ho fatto una spesa veloce, in mezzo a turisti dei Paesi Alti, grandi polpacci ignudi e culi portentosi, omaccioni e matrone da cinquemila calorie al giorno, bravi a essere qui come stranieri perché di un'altra patria e non, come me, straniero nella mia.
Ma vabbè, straniero o no, quando sono ripartito dal parcheggio, con il finestrino aperto ho detto ciao al corazziere, e lui, che è un bravo figliuolo, mi ha salutato portandosi la mano sulla tempia, come si sogliono salutare i generali.

Diecimilaottocento passi, avanti, march.


Nessun commento: