Il solitario che gioco ultimamente è a carte scoperte; basta avere la pazienza di riordinarlo e, di solito, nove volte su dieci ci riesco, metto in fila i quattro segni, dall'asso al re, poi riunisco il mazzo per ricominciare una partita.
Anche le carte del mondo là fuori, se pur disordinate, sono scoperte e, con un po' di pazienza e volontà, sarebbe possibile rimetterle in fila; ma il gioco non è un solitario e ogni giocatore vede un ordine diverso dall'altro. Sicché sul tavolo le carte se stanno mescolate: rosse, nere, fanti lontani dalle regine e la solitudine dei re che si contano i peli della barba. Forse non resta che girarle, mostrando il dorso uguale di tutte. E con pazienza costruire un castello - ma chiudete le finestre per impedire al vento e agli stronzi di buttarlo giù.
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