Questo signore è indubbiamente un benefattore. Ha donato, credo equamente, il 90% il 10% delle azioni della sua azienda ai dipendenti (secondo i calcoli, che smentiscono il titolo a effetto del Sole24Ore, nella migliore delle ipotesi essi riceveranno all'incirca 250mila dollari, dunque non è vero che saranno «trasformati in milionari»).
Sgombriamo subito dal campo l'ipotesi che tale attitudine sarà diffusamente imitata da omologhi capitalisti (self-made man o ricchi ereditieri del cazzo alla Elkann che siano); e tuttavia, facendo una concessione all'assurdo, è possibile immaginare che sia questa la strada per una drastica e seria ristrutturazione del sistema produttivo vigente, ossia che, attraverso tali forme di distribuzione della ricchezza, anche i lavoratori partecipino al banchetto degli dèi?
No.
Oh, certo. 250mila dollari sono una bella somma e possono veramente essere d'aiuto. Ma per fare che cosa? Finire di pagare il mutuo? Belle vacanze? Offrire studi più qualificati ai figli?
Invece, quanti di loro potranno smettere di lavorare, ovverosia di vendere la loro forza lavoro, magari diventando essi stessi prenditori di lavoro altrui?
Pochi. Chissà, forse a qualcuno potrebbe venire in mente di aprire una yogurteria in franchising.
4 commenti:
Temo che, in tutti i casi nei quali qualcuno si è affrancato dalla schiavitù del lavoro, l'abbia potuto fare perché aveva degli schiavi.
Mi pare, inoltre, che con la realizzazione delle idee più radicali -a destra come a sinistra- la schiavitù diffondendosi non si sia diluita, ma paradossalmente fatta più pesante.
PS: non ho usato realizzazione a caso, perché non mi si dica che sto "esecrando qualcosa che non conosco" specifico che parlo di roba terra-terra, sull'antani -e in grammatica- non sono mai andato bene.
Scusa ma ha donato il 10 non il 90.
Grazie e abbracci
Luigi
Temo anch'io, Giovanni. Forse qualche eccezione col Superenalotto si ha.
@Luigi
Grazie.
> attraverso tali forme di distribuzione della ricchezza, anche i lavoratori partecipino al banchetto degli dèi?
La questione è che la distribuzione della ricchezza è un'anomalia, dal punto di vista etologico.
Penso che il 99% nei sette ottavi inferiori della piramide non abbia alcuna intenzione di "donare" la propria ricchezza. Se si prende l'ottavo superiore, quello delle persone benestanti che potrebbero continaure a vivere ad un buon tenore o decorosamente "donando" il 90% dei propri capitali/beni/risorse, forse ci sarebbe solo qualche variazione statistica zerovirgola.
Il sistema comunista ha fallito clamorosamente nella propria distopia apparentemente ugualista e distributrice di poverta': ha voluto artificializzare, moralizzare cio' che non e'modificabile, ovvero il grosso dei comportamenti che hanno origine bioevolutiva.
Il sistema capitalista implodera' come un leviatano che divora se stesso (concentrazione di risorse in gruppi sempr epiu' ristretti e distruzione ecologica della biosfera e delle risorse non riproducibili).
In altre parole: c'e' una connotazione all'autoestinzione del predatore apicale.
Utopie come la decrescita sono, appunto, utopie.
Nel frattempo la numerosita' della specie che cresce come un tumore impazzito crea le condizioni per il piu' grande collasso, per dirla alla Jared Diamond, quello globale.
Insomma, direi che nell'ipotesi migliore i sistemi subiranno ridimensionamenti brutali in complessita'. Quanto avviene in Siria e' solo uno dei casi.
Il mondo islamico e' fortemente antiegalitario (qualcosa di positivo ce l'hanno pure loro) e quindi,nel proprio realismo non si sogna neppure per l'anticamera del cervello una redistribuzione delle ricchezze: solo che esso ha un cancro interno che e' sia la virulenza demografica sia una sorta di apologia dell'ignoranza di massa (solo un paio di libri, sunna e corano con i quali farcire la testa delle masse 'gnoranti e tutto il resto è belzebu').
Dorevmmo andare in Asia, in India, che Terzani indicava come una speranza ma sono messi peggio di noi, i sistemi 6 liquidi hanno corrotto anche quella societa'
In Cina? Stanno cercando una loro via: paradossalmente il loro razionalismo pragmatico e una predisposizione culturale all'autonomia/autarchia forse permettera' a quella societa' di scampare dall'inquinamento "occidentale".
Insomma, le varie culture sono tutte nella cacca fino al mento perche' nessuna ha mai affrontato una crisi ecologica (ad iniziare dalla sovrappopolazione) e globale e di tale gravita'.
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