Bisogna fare complimenti a Christan Raimo, giornalista e scrittore (e credo pure professore d'italiano in qualche liceo romano) per l'inchiesta-reportage scritta per Internazionale sui supermercati aperti ventiquattro ore al giorno.
A margine di essa, in ispecie dopo certi passaggi:
«Quel giorno entrando in diversi Carrefour si faceva difficoltà a trovare un addetto, sembrava veramente che fosse uno sciopero riuscito. Ai pochi che c’erano ho chiesto: “Quanti hanno scioperato qui?”.“Tutti”.“E tu perché non hai scioperato?”.“Perché ho un contratto per una società esterna”.
Al banco dei salumi, o a quello del sushi lavorano per esempio persone che non sono assunte da Carrefour ma da agenzie interinali: sono stati chiamati apposta a lavorare per sostituire il personale in sciopero il 28.Una di loro mi ha detto: “Che dovevo fare? Ho un contratto che mi rinnovano di settimana in settimana da ormai un anno, una figlia piccola…”. Un’altra donna, anche lei madre, l’avevano chiamata la settimana prima quando lo sciopero era stato confermato: “A me fanno dei contratti giornalieri. Gli potevo dire di no, per solidarietà ai colleghi? Non mi avrebbero più chiamato”.I dirigenti di Carrefour sostengono che sempre più lavoratori sono contenti di lavorare in modo flessibile, di fare esperienza, di poter gestire il proprio tempo. Praticamente però tutto quello che mi raccontano i lavoratori mi dice il contrario: desiderio di stabilità, bisogno di certezze, e stanchezza, moltissima stanchezza – l’esasperazione di questi contratti di lavoro che sono spesso brevissimi o intermittenti.»
mi viene da chiedergli se, in quanto professore, quando parla (se parla anche) di questi argomenti in classe, soprattutto agli studenti più grandi e vicini al diploma, che effetto ottiene con la scolaresca? Straniamento lunare? Disperazione? Pungolo (stimolo allo studio)? Ribellione? Rassegnazione? Indifferenza?
Come si preparano, insomma, i giovani al futuro? Non certo con queste domande retoriche
«Possiamo accettare che qualcosa non serva a niente? Possiamo immaginare che ci sia una parte del nostro tempo che non è dedicata al consumo e all’accumulazione di capitale? Possiamo dare un senso al perdere tempo? Alla gratuità della pura riflessione, di un’esistenza che almeno per un momento non abbia nulla di funzionale?»
Giacché, anche rispondendo affermativamente a tutte, Raimo non mette mai in discussione il fatto che il sistema economico e produttivo capitalistico - responsabile di queste nuove forme di schiavitù - sia l'unico modo che gli umani hanno per organizzare la produzione, l'economia, tout court: la vita.
Finché per vivere la stragrande maggioranza degli umani dovrà vendere la propria capacità lavorativa a una minoranza che la compra per estrarre dal pluslavoro, plusvalore, finché tutto ruoterà intorno a quella cazzo di merce prodotta per essere venduta e quindi consumata scartata in un ciclo produttivo che si crede infinito, non riusciremo a immaginare che ci sia una parte del nostro tempo che non sia dedicata al consumo e all'accumulazione, non potremo dare un senso alla perdita di tempo, alla gratuità della pura riflessione (si calcoli il numero dei disoccupati che frequentano le biblioteche), non vivremo neanche per un momento senza pensare in funzione di come riuscire a pagare il nostro sopravvivere.
6 commenti:
ti sei messo su una brutta strada, non credo ti faranno insegnare in un liceo e scrivere sui giornali
dovresti essere più propositivo, critico sì, ma una critica che sfiori la piaga e invece tu affondi il dito
non si fa così, proprio no. secondo me dovrebbero anche levarti il tesserino per i punti omaggio del market
No, la tessera dei punti no, per favore, ché devo prendere i coperchi per le pentole del diavolo.
...io quelli che si nascondono dietro i figli li disprezzo senza sfumature.
mi dispiace, è più forte di me.
In linea generale, non apprezzo neanch'io chi tu nomini, ma - abbi pazienza - non ho capito chi vi sia nascosto, spero non io, augh.
ma dai. quello del post che ha una bambina piccola e, porello, fa er crumiro. eccheddevefa'.
già, ma è na giovencella che m'ha 'ntenerito 'o core.
Posta un commento