Segnalo due testi di alto valore teorico.
Li segnalo in ordine cronologico, il primo essendo un saggio composto nel 1994 e l'altro un post (un semplice post!) pubblicato oggi.
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Robert Kurz , La non autonomia dello Stato e i limiti della politica (traduzione di Samuele Cerea).
È un saggio che offre un'interpretazione illuminante sulla falsa dicotomia Stato-Mercato; dà, inoltre, una spiegazione assai convincente del perché il socialismo reale (i cosiddetti regimi comunisti) non fu affatto una vera alternativa agli stati in cui vigeva l'economia di mercato.
Ma in particolare spiega nel dettaglio perché i due poli contraddittori, Stato e Mercato, siano necessari l'uno all'altro.
«nella misura in cui l’economia di mercato si espandeva strutturalmente, assorbendo la riproduzione sociale nella sua interezza e convertendosi in un modo di vita universale, anche lo Stato doveva a sua volta allargare il suo raggio di azione. Si tratta di un’inevitabile relazione vicendevole.»
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Olympe de Gouges, Oscuro sarà lei, stronzo!
Lo stronzo - interpreto - più che Vilfredo Pareto, sarebbe un fondamentalista del liberismo economico che, dalle pagine de Il Giornale, ha richiamato dei pensieriucoli a cazzo di cane del noto sociologo ed economista italiano.
A parte ciò, quello che più mi piace sottolineare del post suddetto, è una rinnovata esposizione di come interpretare correttamente il pensiero di Marx riguardo al ‘possibile’ superamento del capitalismo, sgombrando il campo dai pregiudizi di natura borghese.
«la teoria marxista della crisi è, soprattutto, la teoria della necessità del superamento del capitalismo, ovvero l’impossibilità della sua continuazione (che non significa – sia ben chiaro – la necessità assoluta del comunismo, ma solo la sua possibilità)».
2 commenti:
grazie mio caro, domani me lo leggo con calma (se non starò troppo male). e se ti farà piacere ti farò sapere.
ma è il colonnello kurtz ?
Federmaresciallo :-D
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