Sto guardando lei partita. Io sono rimasto. Basito. Ho messo Bach in cuffia e sono partito anch'io, non muovendomi affatto. Mi sono concentrato molto per evitare ogni ulteriore telecronaca. Le trombette da stadio. I ragionieri di stato. Mi sono fatto tappeto. Ho apparecchiato la sedia dove lei stava seduta, quel drappo nero conveniva mangiarci tanto sapeva. Voce del verbo sapore. Non dovevano portare al cinema Odeon di Firenze un bambino di sette anni, i miei zii. Mi colpì molto il lampadario. Mi colpì l'Agostina. Ricordo che uscii ch'ero tutto rosso, a pressione. Svaporai l'indomani pensando al calcio, alla figurine, alle prime tre lettere equivoche. Fecero bene a riportarmi in campagna, al paese, non mi conveniva diventare cittadino prima del tempo. Avrebbero dovuto portarmi a bottega, se ci fossero state botteghe per diventare artista capace di disegnare, modellare, scolpire l'idea stessa di bellezza. Da solo cos'altro sarei potuto diventare se non un contemplatore? La creazione artistica è imitazione di qualcosa che è stato visto in segreto. Un giorno casomai capirò anch'io quello che ho scritto per evitare la di-partita.
7 commenti:
...ma ce l'hai con me? ti ho fatto qualcosa?
(il francese, evvabbe'. ma la chiave di viola? mi vuoi umiliare? mappecche?)
Ma no! Stavolta, credimi, se ti ho pestato un dito, è stato involontario. Stavo cercando davvero di isolarmi dalla partita
finalmente un pò di ciccia!
Scusa la superficialità, ma che stacco di coscia!
Non c'è partita con la partita ...
Una superficialità indispensabile, data l'ampiezza della superficie da percorrere lentamente, almeno con l'immaginazione.
Man Ray, o comunque mi ricorda alcuni suoi scatti
No, non è Man Ray, ma un fotografo contemporaneo, Mike Dowson, che ha il privilegio di "fermare in immagine" una notevole parte di bellezza che l'universo offre.
Non so perché, ma ha rimosso il post dove aveva pubblicato la fotografia da me utilizzata. Per fortuna che mi è rimasto il feed.
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