A volte la poesia è impossibile, si blocca nel non detto, resta all'interno di una immaginazione priva di parole, come se questa sia possibile, una volta tanto. Rapidi, i sensi si organizzano per tentare di catturare le impressioni del mondo circostante, trasmettendo al corpo una falsa complicità con la natura. La mente riassembla quello che resta dell'assorbimento, nel tentativo vano di restituire in versi il vissuto – ma la pagina resta bianca e l'immaginazione ride.
Inutile
forzare la mano; piuttosto, aspettare che la mano si liberi da ogni
forzatura e scorra, fintanto che le parole unite, concatenate,
formino, in un giro elegante di frase, quello che l'immaginazione ha da dire. Anche niente.
1 commento:
suvvia, capita anche ai migliori
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