Lo sono tutt'ora, boccuccia, ma pare che, da piccolo, lo sia stato ancor di più. Lo svezzamento fu per me un trauma piuttosto rilevante, ma anche in seguito, per parecchi anni, di sicuro sino alla fine dell'adolescenza, ho dato parecchie pene a mia madre per mangiare.
Nonostante questo, lei o mio padre mai mi hanno costretto a mangiare per forza. Mai. Cercavano sempre di persuadermi con degli esempi della loro giovinezza, delle ristrettezze e persino della fame patita in tempo di guerra. Niente. Ero sordo a tutto: se una cosa non mi andava, non mi andava. Loro, dopo un po' di insistenze, lasciavano perdere.
Così ho fatto con le mie figlie, sempre, anche se loro non sono state boccucce come me: mai le ho forzate a mangiare qualcosa se questo qualcosa non andava loro. Mai. Ho insistito, ho provato a persuaderle, certo non con la storia della guerra e della fame, ma con altri espedienti legati a contingenze e immediatezze meno suggestive e con scarsa presa.
Perché ricordo questo?
Proprio oggi, con alcuni amici, mi domandavo dove fosse finita la satira, la satira vera, quella che non appoggia mai il regime o, peggio, lo solletica o lo amplifica. E chiedevo, in particolare, se Altan avesse disegnato una vignetta sulla questione che assilla l'Italia da alcuni mesi e ipotizzavo sul perché sinora non l'avesse fatto. Per paura di venire bacchettato come, per esempio, Alessandro Barbero? Non ho fatto in tempo a porre la questione che, una cara amica, mi ha mostrato questo:
Ho fatto boccuccia, ho lasciato la vignetta nel piatto e, vi dirò: anche il cane si è rifiutato di mandarla giù.
6 commenti:
Hai ragione. Ormai il no-vaxismo è diventato una religione. Con i suoi adepti, le sue processioni, i suoi santi e i suoi martiri. E sulle religioni è vietato ironizzare.
come sono contento che tu, gentile Anonimo, abbia rilevato questo così ti mando a fare in culo religiosamente
scusa, mi è scappato il vaffanculo, ma tanto lo dicevo anche a mia madre... comunque, mi sono rotto le palle a sentir pronunciare, come un Riotta o una Gruber o qualsiasi altro stronzetto diffusore di memi, la parola no-vax sia rivolta a me, sia rivolta alla maggior parte di coloro che rilevano l'aberrazione democratica insita nel Certificato Verde. E sai perché mi sono rotto i coglioni? Te lo dico con una battuta religiosa: "Dire no-vax a chi rifiuta il vaccino anti-covid è come dire a un cattolico che ha tutti i sacramenti che non lo è perché ancora non desidera ricevere l'estrema unzione».
Posto che i vaccini (come gli antibiotici, altrimenti la polemica finisce qui) abbiano una funzione positiva, voglio ipotizzare che su un milione di no-vax uno su 1000 si convinca a vaccinarsi. Rimangono 9.900.000 no-vax. E che, su questi, uno su mille (e sono 9900) venga a contatto con il Covid e che, su questi, uno su mille muoia perchè non è vaccinato. Permetti che, a nome di questi 9,9, mandi affanculo te e le tue "aberrazioni democratiche"?
Chiedo scusa, rimane 0,999, Comunque il vaffanculo rimane lo stesso, a nome del quasi uno.
Non ho capito niente, pazienza; ho dei limiti con i dati e le percentuali: vorrei solo aver lasciato in pace il mio diritto di esistere e di assumere quel che mi va e che non mi si dica che io sarei un untore perché non vaccinato perché non è vero (non posso dire lo denuncio, visto la situazione in cui si trova la giustizia italiana ammonita dal famoso "non si invochi la libertà" del presidente de la repubblica) Accolgo il vaffanculo, e finita qui. Una sola cosa: spero vivamente che rifiutare questi vaccini possa presto essere considerato come una "religione" e come essa avere pari diritti di riconoscimento, tal quali al rifiuto scientifico di mangiar carne suina da parte di certe religioni, o altre pratiche di rifiuto di altre religioni. L'8 per mille non importa, basta lasciarci la libertà di pensare, di studiare, di resistere da minoranza pacifica che preferisce dire no.
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