Non mi dire ti amo, per favore, ché in questo momento l'amore non riesco proprio a tollerarlo. Dimmi piuttosto ti arrabbio mi fa sentirti più vicino. Ecco, vieni qui: urliamoci addosso, digrigniamo i denti, odiamoci, muoviamo le mani veloci vicine al nostro viso senza toccarci, violenza solo verbale, fitta fitta, arrogante, assordante; confondiamoci, scambiamoci ruoli, risultiamo velocemente indistinguibili. Colpo su colpo di parole che ci scambiamo, mescolate, come panni di dosso. Se qualcuno assistesse al nostro triste (o comico?) spettacolo, non saprebbe più dire chi, dei due, sia l'uno o sia l'altro. Alla fine facciamo un tutt'uno e, esausti, ci avvinghiamo come due pugilatori che non ne possono più e cadono letteralmente l'uno nelle braccia dell'altro. Quanta fatica. Adesso il respiro si calma, rallenta, la nebbia nella mente si dirada. Ci raffreddiamo e per questo ci stringiamo di più, per scambiarci quel poco di calore che resta delle nostre braci che non bruciano più.
Nessun commento:
Posta un commento