Della
banda di hassassini islamici che si vorrebbe statalizzare infra
Siria, Iraq e Kazzistan.
Sono
feroci testedicazzo che ambiscono a istituzionalizzare un dominio
mescolato di fanatismo e tetralismo religioso. Gli piacerebbe
comandare ufficialmente, alla Karzai, senz'avere l'avallo 'mmericano.
Gente che ha trovato in Allà una modalità per dare sfogo,
nell'aldiqua, al loro principio di piacere. Le seghe non gli
bastavano, per capirsi. E diventare sottoproletari gli faceva
piangere il cuore. Meglio sognare le vergini in paradiso, crederci, o
la va o la spacca, a Mika e Morgan hanno preferito altri giudici che
volentieri li hanno selezionati; appena li hanno visti gli hanno
detto: «Voi sì che avete il fattore X.»
Lasciamo
stare tutto l'aiuto logistico (e balistico) fornito dai servizi 'mmericani e
anglofrancesi per far cadere Assad, concentriamoci sul fatto che
tutti, ad oggi, gli danno contro, tutti, persino – pare – i
despoti sauditi, qatarriani, emirratiani e kuwattiani. E dopo il
pronti via si bombarda, magari colpendoli di striscio, una volta
contenuti insomma, quanto vuoi che durino gli ississiani?
Mi
spiego: se mi regalassero dieci kalasnikov e mille proiettili a
corredo, una volta che ho finito le munizioni, dove vado a
comperarle? Alla fiera del Levante a Bari? Per non parlare poi di
altre cose di prima necessità, le mutande per esempio, un
guerrigliero dell'isisse ogni quanti giorni se le cambia? E la
farina? Il castrato? E l'olio di apriti sesamo?
Mi
sovvengono quelle che, secondo alcuni storici, sono le ragioni della
fondazione di Florentia:
«La
città sarebbe stata fondata per precise ragioni politiche e
strategiche: nel 62 a.C., Fiesole era stata un covo di catilinari e
Cesare volle un avamposto a solo 6 km per controllare le vie di
comunicazione».
E
quindi, su queste basi, faccio una proposta arcicapitalista che
sottopongo ai think stronz dell'intellighenzia 'mmericana,
anglofrancostana, arraba e turcomanna: coi petroldollari d'avanzo,
anziché sparare supposte coi droni, fondate una città tipo Abburina
Dhabi, nel bel mezzo del deserto kurdistano, piena di case e di negozi e di vetrine piene di luce, con
tanta gente che lavora, con tanta gente che produce, con le reclame
sempre più grandi e i magazzini le scale mobili e tante macchine
perdipiù. Poi, magari, quelli dell'Isisse si fanno assumere come
buttafòri da Sephora o dalla Fnac, belli sbarbati e risciacquati, con le
mutande pulite.
A margine.
Un paio di giorni fa, ho visto su Euronews il cardinale di
Lione, Monsignor Filippo Barbarino, il quale ha dichiarato: .
«Ricordo che a proposito del massacro di Srebrenica e della guerra nei Balcani, Papa Giovanni Paolo disse: "A volte il pacifismo ottiene l’effetto contrario, alimentando violenza e oppressione". L’uso della forza in Iraq ha un solo obiettivo: riportare la pace nel Paese».
Vi
ricordo, o cristiani, che il vostro presunto fondatore si è fatto
crocifiggere zitto e muto e a Pietro che sguainò la spada e tagliò
un orecchio a un soldato disse: «Va' a pigliare ago e filo,
citrullo».
1 commento:
quanto ad abburinadhabi, qualcosa di simile hanno provato fra hebron e gaza city ma i risultati, insomma...
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