«Io immagino il futuro oggi del nostro Paese e mi rendo conto che da qui a vent'anni noi avremo un Paese che, se fa le scelte giuste, continuerà ad essere un Paese leader in Europa e nel mondo» Matteo Renzi
Spesso
imputo a me stesso il difetto di non pensare in prospettiva, di
limitarmi all'oggi, di viverlo tutto, di non lasciare niente di
riserva, venissero giorni in cui il domani avesse bisogno dello ieri.
È
un difetto, giacché mai mi sono detto: “Se faccio questo e quello io
tra vent'anni sarò un uomo migliore”, ché spaventato dal
concetto di migliore e ancor più da quello dei vent'anni.
Io
tra vent'anni cosa sarò, onestamente, mai me lo sono detto, mai, neanche quando ne avevo
venti meno di ora pensavo al me di adesso.
In
altri termini, non sono mai stato in cantiere, nessun progettista,
nemmeno io, può rivendicare di avermi costruito, sono uscito e zac,
a parte la naturale spinta in avanti (in avanti?), quello che ero
ero, quello che sono sono, quello che sarò sarò e non sarò. Fine.
D'altronde c'è stato un inizio. È naturale, son cose che capitano
ai viventi.
Questo
pippone per dire che – credo – non ho mai avuto la faccia a merda
di dire a qualcuno o a qualcosa chissà come sarai tra vent'anni,
nemmeno alle figlie, che le vivo costantemente nel presente, mai
finora ho messo loro addosso panni che non le rivestono.
Futuro
è una parola con troppe u per essere presa in considerazione. Per
esempio culo ne ha una sola, è sufficiente (per questo ho smesso
ubuntu e sono passato ad altre distro). E poi futuro stranamente
contiene in sé il passato remoto del verbo essere, terza persona
singolare, e questo già la dice lunga. Egli fu
turo. Nel senso che egli fu
tappo, turacciolo, in
certi casi coperchio, che
– appunto - comprime il presente nell'insensata ricerca di un
domani che sarà quando sarà ma che nell'istante non è, caro faccia
a futuro, non è.
3 commenti:
a molti di noi per il momento preoccupa il presente, magari anche quello più immediato, che del doman non v'è certezza, come disse quel suo compaesano che ora non mi viene il nome.
per la serie "e chi se ne frega" te devo (te vojo) di' che questo è il più bel post che hai scritto da quando ti leggo io.
sallo.
@ Marì, nun me lo dì che m'emmozziono.
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