Tagliando a colpi d'ascia la complessità cinese, viene da dire che, chiaramente, i soldi non è che, una volta guadagnati, ti metti lì a contemplarli come medaglie d'oro vinte alle olimpiadi (a proposito, notevole quanto oro acquisti la Cina), per dirti oh ma guarda come sono stato bravo.
«Il denaro è il mediatore universale» disse Carlo.
E una volta pagati bene i funzionari di partito.
Una volta pagati i generali e comprati gli armamenti.
Una volta pagate le infrastrutture che servono a rimodellare e/o devastare il territorio.
Una volta pagato tutto questo e in cassa restano ancora tanti quattrini che potrei costruirmici una stazione spaziale, ma per fa che, tanto ce n'è già una, allora sai ci faccio? compro chi si mette in vendita, ovunque esso sia, perché nel giochino capitalistico non è che uno va a casa del Tronchetti e lo prende per il bavero costringendolo a scucire azioni, no, è il venditore stesso che si dispone a quartabuono, perché gli piace prenderli, i quattrini.
Oggi coi cinesi, ieri con gli arabi, ieri l'altro con i russi, e prima ancora con gli americani, coi francesi, con gli scandinavi, coi tedeschi, eccetera, tutti in massa a comprar l'Italia perché nazione vocata a stare in vendita come certe signore sulla Salaria.
E, secondo me, anziché stare a far scialbe inchieste sulla nazionalità dei compratori, sarebbe giornalisticamente più interessante scoprire dove reinvestono i soldi, le puttane.
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