«[Per] riaprire agli investimenti diretti esteri (senza la pretesa di selezionarli) un Paese come il nostro [...] occorre agire principalmente su cinque leve: riduzione della pressione fiscale su imprese e lavoro, riduzione dei pesi burocratici che ostacolano i nuovi insediamenti, velocizzazione della giustizia civile, efficientamento del mercato del lavoro e allineamento del diritto del lavoro ai migliori standard dei Paesi industrializzati.»
Dopo una vita di bagordi, gozzoviglie, dispersioni e vari disfacimenti, è giusto che l'Italia, per mantenersi, faccia la puttana d'alto bordo, senza indugio e a tempo pieno, agendo, giustappunto, sulle cinque leve proposte dal giuslavorista Pietro Ichino. Clienti facoltosi certamente non mancheranno, attratti soprattutto da quella che, senz'ombra di dubbio, è una delle pratiche sessuali più scabrose e in voga: l'efficientamento del mercato del lavoro, pratica seconda soltanto alla penetrazione auricolare provocata dalla pronuncia, con voce chioccia (pari a quella dell'onorevole Ichino), della parola stessa efficientamento.
4 commenti:
non ha nulla a che fare, il termine, con il miglioramento tecnico dei processi produttivi, che, com'è noto, richiede investimenti, ma uno dei tanti sinonimi per "aumento dello sfruttamento". Al contrario degli investimenti, l'efficientamento non costa nulla e anzi aumenta i profitti. a gratis, per loro
Già, il reale significato di efficienza fa il paio con la deficienza del riformismo mortifero de "sinistra".
io capisco che a voi giovani "efficientamento" evochi CettoLaQualunque; io so' vecchio e penso all'eloquio dell' imprenditore Gassman in "in nome del popolo italiano".
Non faranno un cazzo delle prime due voci, si concentreranno sulle altre tre solo per i privati e assumeranno un po' nella pubblica amministrazione per quello che, quando parlano degli altri, viene chiamato voto di scambio.
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