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Quando cadde il tramonto e
sopravvenne la notte, il vecchio artista era ancora sulla scala
bianca, dove brillavano i suoi pantaloni bianchi e le sue scarpine
bianche, come fosse appeso al cielo, Mančinka mi porse la mano
tiepida e mi si aggrappò, e mi disse che quel vecchio signore lì
era l'ultimo suo amante, l'ultimo anello nella catena di uomini con i
quali aveva avuto delle storie nella sua vita, che era il suo amante,
il quale l'ama ormai soltanto e unicamente con lo spirito, e così le
scolpisce in rappresentanza un monumento dal quale in vita trarrà
gioia nel giardino, e dopo la morte quell'angelo starà sulla tomba
di lei, come un peso sulla sua bara. E mentre il vecchio artista
stava sulla scala e lottava per raggiungere l'espressione del volto
alla luce della luna, che era sbucata e splendeva per indicare la via
dello scalpello all'artista, Mančinka mi mostrò la sua villetta
dalla cantina fino al solaio e mi raccontò con voce bassa come le
era apparso un angelo e lei l'aveva ascoltato e aveva conquistato uno
sterratore e con gli ultimi soldi aveva comprato un terreno ai
margini del bosco, e quello sterratore aveva scavato le fondamenta e
dormiva con lei in tenda, poi l'aveva mollato e aveva conquistato un
muratore e quel muratore dormiva con lei e l'amava nella tenda e
aveva eretto tutti muri, e poi Mančinka aveva conquistato un
falegname e quello le aveva fatto tutti gli infissi e di notte
dormiva con lei già in una stanza su un unico letto, anche quello lo
aveva mollato e aveva conquistato un idraulico, che dormiva con lei
in quello stesso letto del falegname ma le aveva fatto tutti i lavori
di idraulica, per poi mollare anche quello dopo la fine dei lavori di
idraulica, e conquistare un copritetti, che l'amava nel letto e
intatto le aveva fissato sul tetto tegole di eraclite, per poi
mollare anche lui e conquistare un imbianchino che le aveva pitturato
tutti i muri e tutti i soffitti e in cambio dormiva con lei nel letto
e poi mollare anche quello e conquistare un ebanista che le aveva
fatto i mobili, e così con l'amore nel letto e con uno scopo
prefissato Mančinka si era costruita questa villetta, e per di più
aveva conquistato un artista che l'amava di un amore platonico e per
di più costruiva e scolpiva in rappresentanza di Dio Mančinka come
angelo. »
Bohumil
Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa, (1981),
Einaudi, Torino 1991 (traduzione
di Sergio Corduas)
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