«In un certo senso tutti noi lavoriamo per un dizionario. Perché la letteratura è un dizionario, un compendio di significati per questo o quel destino umano, per questa o quella esperienza. È un dizionario della lingua nella quale la vita parla all'uomo. La sua funzione è quella di salvare il prossimo uomo, un nuovo venuto, dal pericolo di cadere in una vecchia trappola, o di aiutarlo a capire, sa mai dovesse cadere comunque in quella trappola, che è stato colpito da una tautologia».
Iosif Brodskij, Dall'esilio, Adelphi, Milano 1988
Non voglio passare per un Antonio Monda, però, allora, beh, consentitemi, assai timidamente, di dire che, in questi anni (quasi dieci, Cristo) di esercizio bloggheristico, ho lavorato - a tratti - pure io per un dizionario, ammesso e non concesso che la scrittura bloggheristica sia roba letteraria e che addirittura possa mai avere la pretesa di essere compendio di significati per questo o quel destino umano, per questa o quella esperienza. Quante parole nuove ho aggiunto al dizionario? Forse nessuna. Ho assolto allora una funzione salvifica? Non credo affatto. E tuttavia, spero tanto, foss'anche solo per me, di esser riuscito a capire che, in questa trappola che la vita è, sono, siamo stati colpiti da una tautologia. Più o meno tutti.
Non esistono vie di fuga, dunque? Cercare di essere meno stronzi possibile, forse. E avanti.
2 commenti:
"di aiutarlo a capire, sa mai dovesse cadere comunque in quella trappola, che è stato colpito da una tautologia"
ecco, grazie
M.T.
A Brodskij, naturalmente.😉
Comunque prego, e benvenuta/o gentile M. T.
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