Credetemi: non è affatto difficile fermare l'inarrestabile scorrere del tempo. Come? Osservando le nuvole che non depositano neanche un'ombra di pioggia o che non sanno riprodurre il profilo di colei che ti fece piovere diversamente. Aspetti. Il tempo si ferma. E non succede niente. Nel frattempo, chiudi gli occhi per ripetere dentro le palpebre la pioggia e l'amore. Riaccadono. Dentro le palpebre.
«Se avessi ancora un'ora» prima che faccia buio, ancora un'ora prima che quello che vedi di luminoso dentro il tuo buio diventi scuro, come la notte, che avanza. E l'ora ce l'hai, ma è ferma, non scorre, non ripercorre che per immagini il vissuto, non prefigura per scrupolo il futuro.
Riapri gli occhi: è notte e non piove. Vorresti rompere l'incantesimo, ché il tempo, arrestato, più della notte, impaura. Due lampi cancellano il nero e, nel cielo, tra due nuvole, si riproduce, per un istante, il profilo che cercavi e il sorriso. E dopo, dopo, col buio, il tempo riprende il suo corso.
Senti piovere.
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