Ho
idea di esentarmi per un periodo di tempo dalle considerazioni
d'ordine sociopolitico, perché sennò la testa mi si immette in
certi anfratti dai quali poi farla sortire, oddio, sai la fatica. E
allora penso a quanto sia indicibilmente bella la parola fica.
Ecco, l'ho detta. Ogni volta che la pronuncio mi sento un
ragazzino che si vergogna a dirla ad alta voce come se fosse osceno
dirla; e invece è fiore contemplato colà dove posa le radici, nel
terreno di colei che la possiede e talvolta la concede.
Per
contro, l'iperinflazionata parola cazzo da
tempo non corrisponde più
alla cosa, si è liberata dell'oggetto divenendo cosa a parte, si è
trasformata quasi completamente
in interiezione, tanto da
modificare
i connotati
all'oggetto, che a forza di essere chiamato in causa per ogni inezia,
perde cognizione di causa, non si identifica con
se stesso e, alla fine, si
intenerisce, dimenticando la funzione.
E
se operassimo
uno scambio vocalico per
rendere
maschile il fico e la
cazza femminile? E
se facessimo delle due parole un corpo solo, quadrisillabe?
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Ho
idea di esentarmi per un periodo di tempo dalle considerazioni
d'ordine linguistico, perché sennò...
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