Margrethe Vestager, commissario Ue per la Concorrenza, non ha gradito lo sbilanciamento di gender del vertice di Cernobbio. «Ladies, and gentlemen and gentlemen and gentlemen», è stato il suo saluto alla platea.
Ecchelallà, la frustatina sul prepuzio (per chi ce l'ha ancora) che scuote le coscienze del capitalismo gerontocratico (a proposito: oltre a tre donne, trovate anche tre maschi sotto i cinquant'anni). Ah, non fraintendetemi. Vorrei, fortissimamente vorrei parità di genere, riequilibrio d'età, ma anche nel caso, suvvia, le magnifiche sorti e progressive veramente lo sarebbero?
Fosse per me - e fatemi per una volta esser cattivo - chiuderei porte e finestre alla platea presente, serrati coi chiodi, finché poscia più che 'l dolor potrà il digiuno.
Dopodiché le riaprirei per veder chi sarà in piedi. Spero tanto Margrethe.
Ma forse no. Forse l'unico con il quale mi piacerà parlare, nella Caina, anzi: nell'Antenora, sarà Gentiloni. Uno che se ne esce con una supercazzola del genere (del gender?)...
«Ci stiamo lasciando alle spalle la crisi più dura dal dopoguerra. L’Italia non ha risolto il problema del debito e il ritardo del Mezzogiorno» [ ma] «non abbiamo riservato sorprese agli alleati e agli investitori e non le riserveremo in futuro perché sono convinto che anche in Italia non vincerà la politica ridotta a insulto e la negazione della scienza»
...merita un'alta considerazione. Infatti, nessuno tra i presenti che abbia chiesto: «Perdoni la curiosità, Presidente: se il lasciarsi alle spalle la crisi più dura (roba dura dietro le spalle è sempre crisi, nevvero) è determinato dal fatto di non aver riservato sorprese agli alleati e agli investitori, allora ciò implica che siamo sempre le solite, incorreggibili, simpatiche testedicazzo?»
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